8 set 2013

Chi ama la politica....e chi la usa per ambizione





di vincenzo Cacopardo  

Chi ama davvero la politica dovrebbe essere principalmente predisposto allo studio di una ricerca delle sue soluzioni prima di farsi coinvolgere nel difficile compito di una governabilità.
Quello che voglio dire è che…sebbene la politica sia  anche fatta di azione amministrativa e di governo, questa non potrebbe mai essere imposta senza l’utile percorso di ricerca che ne dovrebbe determinare  il fine.
Chi ama la politica, non puo' che intuire la governabilita'come un logico fine conseguente e non dovrebbe mai aspirare a tale ruolo se non dopo averne costruito un sufficiente sostegno ed una solida protezione.

Chiunque decide di inserirsi nel difficile campo della politica…se veramente armato di passione, dovrebbe primariamente aspirare alla ricerca delle soluzioni, studiando ed analizzando a fondo ogni tipo di vantaggio per la comunità che egli rappresenta..prima di correre verso la determinazione di un qualsiasi percorso risolutivo.
Quello che invece oggi constatiamo è la pretesa di poter governare senza alcuna ricerca profonda di ciò che, poi, si pretende di voler risolvere. 
Se è vero che oggi governare è un bisogno primario poichè le soluzioni non possono aspettare il percorso più lungo e profondo di una ricerca…è anche vero che governando in simile modo…si toglie spazio e vantaggio ai veri bisogni non determinando mai un risultato utile.
Si finisce come sempre col tappar buchi o metter pezze senza un giusto indirizzo verso l'indispensabile meta.

Questo problema che incide fortemente sull’opera di costruzione e sull’evoluzione stessa del sistema istituzionale del Paese…viene oggi sottovalutato e non messo nella giusta evidenza per effetto di due ragioni:
-L’una: relativa ad una forma mentis connaturata nel nostro modo di vedere costantemente la figura politica unita nel doppio compito (partito- gestione pubblica).
-L’altra: attinente a precisi interessi che, nel confuso gioco dei ruoli, danno adito a compromessi di cui lo stesso politico non può più fare a meno.. poiché ne rafforzano il potere.
Ambedue le logiche sembrano arrestare oggi la strada ad un politica più costruttiva a beneficio di una funzionalità.
Guardando certe figure che (di recente.. o nel recente passato), hanno preteso o pretendono di far politica con lo scopo di risolvere i difficili problemi andando velocemente a presiedere un governo, ci accorgiamo di quanta poca professionalità potrebbe esservi in loro.
Senza alcuna umiltà o con l’ipocrita faccia tosta di chi sa, ma finge di non vedere, questi pseudo politici, si dichiarano disponibili a presiedere ogni sorta di esecutivo ignorando l’importanza di quella essenziale fase costruttiva che non potrà mai offrire forza ed appoggio alla stessa funzione governativa.
Ciò su cui bisognerebbe lavorare attraverso una ricerca è proprio il dialogo diretto tra i cittadini ed i partiti che, a loro volta, dovrebbero essere riformati con regole in proposito

Amministrare senza una base solida ..sarà sempre impossibile…Potrà mai essere un bravo architetto.. chi non si preoccupa di fornire preventivamente le basi di appoggio alla sua opera?.. O un chirurgo che, per opportunità od incuria, non si cura delle analisi del  suo paziente prima di operare? Potrà mai essere un buon politico chi non scorge il bisogno di guardare dal basso o peggio… chi riconosce l’importanza di ciò e ..tuttavia.. evita di vedere, per un ambizioso senso di arrivismo?   

Se Berlusconi è stato l’emblema di chi ha preteso di governare senza aver intuito l’importanza di una azione proveniente dal basso…Renzi, per il suo forte carattere ambizioso ed arrivista, potrebbe oggi rappresentare la futura figura politica tendente ad avvalorare di un identico concetto di governabilità stabilità dall’alto.. sostenuta dalla forza del suo "credere di sapere".


Un inaccettabile percorso di governabilità che non potrà mai portare frutti validi e duraturi finchè una nuova politica costruttiva non metterà radici spingendoci verso un più illuminato concetto di funzionalità.  
           

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