Con “particolare” fantasia, così come il suo presidente,
anche il delfino del Cavaliere, Angelino Alfano, annuncia il ricomposizione del
passato partito di “Forza Italia”.
Con una certa enfasi, il neo Ministro degli interni, lo declama.. appellandolo
come il “nuovo rinascimento azzurro” … continuando a manifestare, in tal modo, un
particolare interesse per quel colore che, nel calcio, indica la nostra nazione.
Si presume un rivoluzionamento ma, ovviamente...ci si
ispirerà al modello aziendale di cui Berlusconi è molto esperto. Si
parla di una struttura snella, senza tessere e sedi locali, senza coordinatori
regionali (sostituiti parrebbe da manager locali ben radicati sul territorio
che avrebbero anche il compito di procacciare risorse per il Partito in vista
del taglio dei finanziamenti pubblici), capace di autofinanziarsi, e priva di
ogni gerarchia, quindi con Berlusconi come assoluto “deus ex machina” del
partito.
Facendo eco al maestro, capace ed astuto venditore, Alfano
ripete con ostinazione le stesse parole…non dimostrando un proprio intuito, una
personalità ed il necessario carattere…senza i quali non si potrà mai portare
verso un futuro ogni modello di politica.
Questo tornare indietro ripetendo un percorso ormai deteriorato
e non più efficace per una risposta che invece oggi si vorrebbe più funzionale
al contesto odierno, non potrà mai portare innovazione e dimostra quanta poca
fantasia ed idee transitano in un partito che, mai come oggi, dovrebbe poterle esprimerle.
Il futuro è legato all’innovazione e se Alfano…(come qualche
altra figura emergente di questa cordata creata dal Cavaliere), si sente sicuro
e bravo come quando esprime con fervore le proprie capacità dialettiche,…
per quale ragione non prende in mano il Partito.. conducendolo verso un futuro anziché
dedicarsi continuamente a seguire gli ordini di chi continua ad imporre regole?
vincenzo Cacopardo
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