In un mio
vecchio post avevo già evidenziato l’aspetto forte ed autoritario del movimento di Grillo e del
partito di Silvio Berlusconi, una sembianza comune alla quale, i due personaggi,
si sono sempre aggrappati.. ben conoscendo quale forte presa, questo, può
avere nei confronti dei tanti cittadini insicuri e preoccupati dalla pesante
situazione economica esistente nel Paese.
Tuttavia..si
è sempre evidenziata una diversità sul “modus operandi” delle due figure.. che
ha visto da un lato un Berlusconi personalità pragmatica, irriducibile e
tenace, voler procedere verso una comunicazione ingannevole tendente ad
ostentare un ottimistico futuro per tutti…e dall’altro un comico..
improvvisatosi politico, che avrebbe dovuto (e potuto) costruire il nuovo
cambiamento attraverso maggior metodo nella scelta dei suoi collaboratori e
senza posizioni assolute che oggi tendono a drenare l’avanzata di un Movimento
creato in modo assai generico.
In ambedue
i personaggi ha sempre primeggiato un assolutismo ed un autoritarismo in
eccesso che ha condizionato in modo inequivocabile ogni dialogo con i
partecipanti che vi hanno aderito. Colpisce
sicuramente l’atteggiamento di subordinazione di tutti coloro che…seguendo con
ostinazione simili processi politici fortemente autocratici … finiscono persino
col "gratificarsene"... identificandosi similmente ad un gregge
soddisfatto dal pascolo in cui li conduce il loro supremo ed unico pastore.
Ieri…però,
sembra essersi rotto questo processo! Per quanto riguarda il Partito del Cavaliere..tuttavia.. dovremo aspettare ancora un po’ per capire se la manovra della spaccatura in
seno al PDL sia fondata o costruita ad arte per coprire la istintiva ed imprudente
manovra dello stesso Berlusconi (circa le dimissioni dei suoi ministri),
fornendogli così.. un giustificazione alla inaspettata decisione di votare la
fiducia.
Riguardo
al Movimento di Grillo.. un altro episodio ha dimostrato quanto poco possa
pagare l’atteggiamento dispotico quando non si è capaci di costruire il
necessario dialogo in comune dentro ogni forza politica. Si sono avuti momenti
di tensione nell'Aula del Senato nel dibattito sulla fiducia. Al termine del
suo intervento, Paola De Pin,
fuoriuscita del M5S e oggi nel gruppo Misto, ha annunciato il suo sì al governo. Subito
dopo dai banchi dei grillini le è stato urlato "venduta" e qualche
senatore M5S si è orientato con prepotenza verso il suo banco per contestarla. Ma la De Pin si è rivolta ai
suoi ex colleghi indicandoli come i veri responsabili del tradimento compiuto
nei confronti degli elettori che hanno votato per una promessa di cambiamento
mai avvenuta. Come poterle dare torto?
Episodi che devono
far pensare a quanto poco col tempo può pagare l’autoritarismo di simili figure
e quanto, al contrario, può costruire un dialogo ed il dibattito all’interno di
ogni movimento politico che si vuole veramente democratico.
vincenzo cacopardo
Nessun commento:
Posta un commento