31 dic 2013

Figure predominanti nella difficile ricerca di una democrazia


LEADERS E RUOLO DEI PARTITI



Credo che ancora molti cittadini non afferrino l’importanza di un sistema più utile ed efficace per una indispensabile convivenza: c’è chi pensa che quello in cui viviamo è sicuramente il miglior sistema di democrazia e c’è chi, invece, non vede speranze di nuovi percorsi, altri...più furbi, non riuscendo a percepire l’importanza del significato, vivono pensando che questo modello possa offrire una più comoda possibilità di accaparrare  diritti non rendendo alcun dovere. 

Una cosa è certa!...Se non salvaguardiamo il giusto modello di democrazia, l’alternativa non potrà che essere un regime più duro!…Ma un vero modello di democrazia non potrà mai essere slegato da un principio di equilibrio tra diritti e doveri, come non potrà mai sopravvivere a qualunque forma di mitizzazione e di assolutismo.“La democrazia deve.. perciò..essere percepita come un cammino verso la ricerca oggettiva del bene comune e rappresentare una sicurezza per tutti attraverso l’impegno di tutti”.

Oggi dovrebbero essere gli stessi Partiti a ricercare per infondere i principi più giusti ed efficaci. I loro componenti dovrebbero lavorare come un unico motore restando quanto più equiparati tra loro. La sfida interna di ogni Partito dovrebbe basarsi sulla qualità e sull’apporto delle idee fra tutti i membri, ma nella realtà attuale vi è sempre un leader di partito che condiziona o viene condizionato da legami che vanno dall’interesse per l’immagine, alla esaltazione dialettica e comunicativa o, addirittura, da legami e rapporti costruiti con una certa classe dirigente.
Questa premessa introduce un tema sull’importanza delle stesse figure politiche che oggi dovrebbero sostenere un ruolo efficace per riformare un assetto istituzionale ormai obsoleto. Sebbene sia indispensabile la ricerca di figure capaci.. è anche necessario che queste siano disponibili ad un reciproco rapporto di collaborazione attraverso una attenzione diretta ai meriti di ciascuno. In questa logica la forma leaderistica, se non condotta con comprensiva collaborazione, rischia di divenire limitativa riguardo alle idee dei tanti e frustrante rispetto ai meriti.

In verità, soprattutto in una politica di Partito, dovrebbe definirsi, con maggior equilibrio, una più utile “leadership”...al fine di condurre in direzione di un risultato più conciliante…non rischiando di circoscrivere il pensiero incondizionato su un’unica figura e spronando lo stesso gruppo ad una ricerca più attenta e fattiva. 

Al contrario che nella ricercata logica collaborativa di una leaderschip,  ogni figura solitaria di leader nei Partiti tende a dare vita ad ulteriori leaders informali che, collocandosi in posizioni diverse…contribuiscono alla definizione di correnti.. in un gioco di potere che produce confusione, perdita di direzione e vera mancanza di ricerca delle idee.

Se è facile poter vedere una figura di leader in campo amministrativo, sembra assai più difficile poterlo immaginare in un campo politico di ogni Partito che, per logica, dovrebbe solo ricercare una libera dialettica ed uno scambio culturale esente da ogni vincolo di figura predominante. 
vincenzo cacopardo  

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