30 dic 2013

Il lungo solco di una democrazia compiuta


                                                       
 
Quella visione assoluta della politica
di vincenzo cacopardo

Quale è la ragione per la quale oggi tante persone non individuano l’importanza di un cambiamento della politica? Quale la ragione dei tanti ancora appesi alla retorica ed assoluta visone di una politica anacronistica delle contrapposizioni ideologiche ancora legate ad una passata cultura formatasi negli anni? 

Capita ancora oggi di incontrare chi pensa di essere comunista nel senso Marxista del termine.. o Fascista, ancora fedele ed addirittura.. aspirante ad un regime legato alla figura di Mussolini.

Al di là di tali figure storiche che hanno fatto il loro tempo, non si può che restare impressionati da un pensiero politico che non può più appartenere a questo secolo. Una concezione che da una parte denota un non voler vedere oltre.. attraverso la capacità di impegnarsi in una visione contemporanea della vita con l’occhio di chi percepisce il continuo bisogno di un cambiamento e l’importanza di una vera democrazia e… dall’altro.. il rifiuto di una modernità che per certi versi, non lascia intravedere spazio al benessere collettivo di una società più sana.

Occorre, perciò, fare una piccola analisi storica di queste due fondamentali concezioni: 

Il termine "comunismo" comparve attorno agli anni Trenta del diciannovesimo secolo inizialmente come sinonimo di "socialismo". Sappiamo che Marx, nel pieno 800, partendo dalla filosofia di Hegel e dal socialismo francese, sviluppò la sua critica rivoluzionaria della società moderna.  Il socialismo caratterizzato dalla messa in discussione del principio di proprietà, portò al rifiuto dell'individualismo liberale, cambiando radicalmente la società. 
Vi fu prima un ribaltamento politico affermato dalla rivoluzione Francese che mise in discussione l’area sociale come conseguimento di un obiettivo di giustizia. Il termine comunista perse il suo significato specifico nella seconda metà dell'Ottocento, e venne ripreso da Lenin per distinguere il socialismo rivoluzionario da quello riformista. Oggi si indicano con questo termine le teorie socialiste del filosofo tedesco Marx, ma anche quelle derivate da un certo superamento del capitalismo…anzi quasi come un disprezzo verso tale sistema.

Per quanto concerne l’altra visione, anch’essa superata, del fascismo, né conosciamo fin troppo la storia ed i tristi risvolti di cui è stata vittima la nostra Nazione. Una ideologia sorta in Italia nel ventesimo secolo per principale iniziativa di Benito Mussolini e poi diffusasi, sebbene in modo diverso, in altri stati europei Un movimento principalmente nazionalista e totalitario, ma anche anticapitalista. Una  ideologia definita  allo stesso tempo rivoluzionaria e reazionaria. La teoria ideologica del fascismo, oltre che da Mussolini, fu elaborata dal filosofo idealista Giovanni Gentile e rappresentata persino in testi teorici fondamentali. Ma nel fascismo.. la figura influente..è stata quella di Friedrich Nietzscke, poiché egli fu il vero filosofo che Mussolini studio a fondo venendone ammaliato dalla sua dottrina del “superuomo”.  Secondo questa ideologia, ogni Nazione sarebbe una comunità nella quale si richiede una forte dirigenza, come identità collettiva giustificando la violenza come componente essenziale del risultato. L’ideologia fascista ha, dunque, sempre posto un rifiuto netto ad ogni forma di individualismo!

Ciò detto.. e messo in evidenza con l’apposita analisi delle due differenti ideologie, non si può che restare sorpresi e stupiti dai tanti ancora bloccati ed appesi per assolutismo a simili concezioni politiche e sociali. Concetti che hanno fatto il loro tempo contribuendo a favorire massacri e riducendo ogni azione in favore delle idee per uno sviluppo sociale.. La domanda da porsi è sicuramente quella di non riuscire a capire come, ancora oggi, possa  reggere questo “modus pensandi” ormai arcaico e non più rispondente ai fenomeni globalizzati di una moderna società che deve solo guardare verso la ricerca di una democrazia più completa.
Ma se a queste analisi sulle ideologie noi aggiungiamo il forte peso della liberalizzazione di un mercato spinto da un eccessivo capitalismo, non facciamo che acutizzare lo stesso modo di pensare di chi, in termini assoluti, ritiene che ogni sistema necessiti di estremismi ed eccessivi radicalismi.
L’opera di costruzione di una democrazia compiuta.. è un solco lungo e duro da arare ma bisogna anche crederci!  



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