4 dic 2013

La democrazia partecipata di Beppe Grillo



GRILLO CONTINUA A FARE FORZA SULLA PIAZZA

La nostra Nazione ha il serio compito di cambiare un sistema politico malato che…per anni, ha vissuto nella noncuranza di una indispensabile innovazione. Ma l’azione del cambiamento, con la consueta logica che ci appartiene, non sembra mai prendere le strade necessarie ed un Paese sfinito come il nostro, rischia di procedere senza mezze misure.

Bisogna mettere mano ad una trasformazione del sistema che tocca un’infinità di punti delicati che sarebbe davvero impensabile poterlo fare in una logica senza equilibrio, ed in certi casi, le piazze assumono un ruolo assai limitato al relativo compito: I cittadini …guidati dall‘enfasi estremizzata dei movimenti di piazza, forse poco consapevoli dei pesanti possibili risvolti…. ritengono che possa essere semplice portare avanti una vera metamorfosi di cambiamento, inasprendo in modo eccessivo il processo di ribaltamento dell’intero sistema.
Grillo sembra lavorare in favore di questo pericoloso processo, ma se cambiare per migliorare è di sicuro opportuno, distruggere per ricostruire…risulta assai azzardato!

Come in ogni cosa, un cambiamento deve comportare un’azione di rinnovamento attraverso un’attenta analisi di quello che potrebbe essere ancora giusto mantenere…da ciò che deve essere rimosso. Per un efficace azione di cambiamento necessita, quindi, la ricerca delle modifiche attraverso un profondo esame ed uno sguardo verso l’innovazione.

Un ribaltamento inasprito da un consenso euforico delle piazze, al contrario… rischia un totale sovvertimento  di tutto ciò che è stato fatto senza tenere conto di esperienze, circostanze e condizioni positive espresse in favore della società dalle quali potrebbero ricavarsi ulteriori idee…il chè rappresenta un’azione assolutistica e poco democratica che non potrà mai guardare obiettivamente verso una logica costruttiva.
L’impulso e la esasperazione delle problematiche esistenti accompagnate dalla forza populista delle piazze, sfoga inesorabilmente nell’esasperata condotta dei cittadini che non potranno mai interpretare un vero “cambiamento” in relazione con una dialettica di riflessione costruttiva, ma soltanto basandosi su percezioni irrazionali incoraggiate dall’incitamento.

Bisognerebbe che Grillo, Casaleggio ed i suoi adepti, riflettessero profondamente su ciò. Tanti dei partecipanti non riescono ad avvertire la concezione di una vera democrazia di partecipazione.  Quella di Grillo è solo un’adesione formale ad una democrazia partecipata, poiché un vero dialogo non esiste.  Interviene solo lui provocando grandi entusiasmi per il cambiamento e poi… nessun metodo veramente costruttivo per la ricerca del nuovo. 
E’ chiarissimo il suo progetto di distruzione come sono completamente oscure e poco delineate le sue proposte: Quella che si potrebbe definire come un'incompleta politica “positivamente contraria, ma oggettivamente insoluta”.

Inoltre.. Beppe Grillo, nella sua comunicazione, sembra cavalcare l’onda di un leaderismo d’immagine che non lo differenzia tanto (se non per la lotta contro il sistema) da quello di Berlusconi, non risparmiando urla per incitare il suo popolo.
Si potrebbe anche sostenere che a Grillo manca ciò che ha Renzi.. ed a Renzi.. ciò che possiede Grillo: l’uno contro il sistema ma senza esprimere un metodo funzionale…l’altro in un percorso di idee più chiare.. ma nel ristretto e limitato campo di un vecchio sistema. 

Una cosa però risulta evidente: Se Grillo venisse a mancare.. il suo movimento scomparirebbe nel breve giro di pochi mesi!


Bisognerebbe che il suo popolo si convincesse del fatto che un cambiamento pur essendo necessario …non potrà mai essere ricercarlo attraverso una spinta emozionale delle piazze o attraverso una dubbia democrazia partecipata.
vincenzo cacopardo

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