23 dic 2013

La logica formazione di un governo

I GIUSTI PERCORSI DI UNA GOVERNABILITA’
Dando uno sguardo al percorso della politica con un occhio più critico, continuiamo a riscontrare anomalie portate.. dall’inerzia delle stesse istituzioni e.. dall’avvento di un sistema bipolare che, ad oggi, non ha aiutato quella indispensabile strada delle riforme.
Quando oggi, il giovane e promettente politico Matteo Renzi.. afferma che al nostro Paese serve una legge elettorale che dia sicurezza ad una governabilità, saltando a piè pari il problema dei Partiti, dice qualcosa che in sé è un concetto usuale e pletorico .. ma non ponendo l’attenzione sul fatto che…una volta formato un governo, il Parlamento potrebbe soggiacere ad una attività governativa.. non avendo più alcuna ragione di esistere, tranne che per la routine di un lavoro subordinato agli ordini del suddetto. Mettendo, in tal modo, in forte dubbio l’importanza dell’art 67 della Costituzione sulla libertà e l’espressione del voto.
La stessa Costituzione ha sempre indicato la formazione di un governo attraverso  elementi utili diretti a verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare e gli orientamenti da questa espressi ed ha anche posto una eventuale mozione di sfiducia, come unica ipotesi di un atto interruttivo del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento, fornendo così una logica all’esistenza dell’articolo 67.
Una fiducia ad  un governo.. quindi.. non potrà mai pretendersi immobile e statica, poiché.. se così fosse, sarebbe inutile l’intervento fiduciario del Parlamento.
La anomalia resta quindi quella di pretendere che oggi vi possa essere una governabilità dall’alto tendente a penalizzare un’attività parlamentare per il solo principio di rendere più stabilità. ..e tutto ciò senza nemmeno pensare di offrire alternative di ricerca ad un tale modo, quasi obbligato, di intendere un percorso politico istituzionale.
La nostra Costituzione ha sempre teso a dare più forza ad un sistema proporzionalista (come indica l’art. 56) in un contesto che vedeva il formarsi di un governo in seno alle stesse Camere.. attraverso la determinazione di un programma discusso con le forze partitiche. Vi era, prima, un’indubbia spinta verso una maggioranza che andava formandosi fuori, ma anche all’interno delle stesse Camere parlamentari condividendo un programma dei Partiti.
Successivamente.. con le logiche del bipolarismo..una governabilità si è intesa costruirla prima fuori dalle Camere con il rischio di non ottenere le stesse capacità di tenuta e senza prima aver proceduto ad una ragionevole riforma dei Partiti.
Oggi.. addirittura...si intende ottenere una governabilità e fornirgli la massima sicurezza attraverso sistemi elettorali che potrebbero ingabbiare definitivamente ogni dialettica politica di base: Matteo Renzi vorrebbe condurre le fila di questa marcia per  dare libero sfogo alle sue idee e poter fornire la sua “innovazione” al sistema, ma, in cambio..frustrando una più libera azione di base della politica.  
Il privilegio di poter dare sfogo alle idee non può mai essere di uno solo, ma dovrebbe essere affidato proprio ai Partiti ed alla loro collaborazione diretta con i cittadini. Se, poi, a ciò.. includiamo l’esasperazione odierna di un certo “leaderismo”..dove resterà quello spazio per una politica di libera espressione  democratica?
vincenzo cacopardo  




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