I GIUSTI PERCORSI DI
UNA GOVERNABILITA’
Dando uno sguardo al
percorso della politica con un occhio più critico, continuiamo a riscontrare
anomalie portate.. dall’inerzia delle stesse istituzioni e.. dall’avvento di un
sistema bipolare che, ad oggi, non ha aiutato quella indispensabile strada
delle riforme.
Quando oggi, il
giovane e promettente politico Matteo Renzi.. afferma che al nostro Paese serve
una legge elettorale che dia sicurezza ad una governabilità, saltando a piè
pari il problema dei Partiti, dice qualcosa che in sé è un concetto usuale e pletorico
.. ma non ponendo l’attenzione sul fatto che…una volta formato un governo, il
Parlamento potrebbe soggiacere ad una attività governativa.. non avendo più alcuna ragione di esistere, tranne che per la
routine di un lavoro subordinato agli ordini del suddetto. Mettendo, in
tal modo, in forte dubbio l’importanza dell’art 67 della Costituzione sulla
libertà e l’espressione del voto.
La stessa Costituzione
ha sempre indicato la formazione di un governo attraverso elementi utili diretti a verificare
l’esistenza di una maggioranza parlamentare e gli orientamenti da questa
espressi ed ha anche posto una eventuale mozione di sfiducia, come unica ipotesi di un atto interruttivo del rapporto fiduciario tra
Governo e Parlamento, fornendo così una logica all’esistenza dell’articolo 67.
Una fiducia ad un governo.. quindi.. non potrà mai pretendersi immobile e statica, poiché..
se così fosse, sarebbe inutile l’intervento fiduciario del Parlamento.
La anomalia resta
quindi quella di pretendere che oggi vi possa essere una governabilità dall’alto
tendente a penalizzare un’attività parlamentare per il solo principio di rendere
più stabilità. ..e tutto ciò senza nemmeno pensare di offrire alternative di
ricerca ad un tale modo, quasi obbligato, di intendere un percorso politico istituzionale.
La nostra Costituzione
ha sempre teso a dare più forza ad un sistema proporzionalista (come indica l’art.
56) in un contesto che vedeva il formarsi di un governo in seno alle stesse
Camere.. attraverso la determinazione di un programma discusso con le forze
partitiche. Vi era, prima, un’indubbia spinta verso una maggioranza che andava
formandosi fuori, ma anche all’interno delle stesse Camere parlamentari
condividendo un programma dei Partiti.
Successivamente.. con
le logiche del bipolarismo..una governabilità si è intesa costruirla prima
fuori dalle Camere con il rischio di non ottenere le stesse capacità di tenuta
e senza prima aver proceduto ad una ragionevole riforma dei Partiti.
Oggi.. addirittura...si intende ottenere una governabilità e fornirgli la massima sicurezza
attraverso sistemi elettorali che potrebbero ingabbiare definitivamente ogni
dialettica politica di base: Matteo Renzi vorrebbe condurre le fila di questa
marcia per dare libero sfogo alle sue
idee e poter fornire la sua “innovazione” al sistema, ma, in cambio..frustrando una più libera azione di base della
politica.
Il privilegio di poter
dare sfogo alle idee non può mai essere di uno solo, ma dovrebbe essere affidato
proprio ai Partiti ed alla loro collaborazione diretta con i cittadini. Se,
poi, a ciò.. includiamo l’esasperazione odierna di un certo “leaderismo”..dove
resterà quello spazio per una politica di libera espressione democratica?
vincenzo cacopardo
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