LA FRETTA E’ CATTIVA CONSIGLIERA
di vincenzo cacopardo
Le due figure politiche sulle quali oggi il Paese si
identifica e fa forza per compiere quel passo in avanti verso il tanto
ricercato cambiamento.. sono Matteo Renzi e Beppe Grillo. Ma se Grillo spinge verso un cambiamento, non riuscendo ad operare concretamente,
Renzi..pur operando in modo pragmatico, non definisce il vero cambiamento!
Se possiamo valutare positivamente Matteo Renzi per quel suo
decisionismo tanto pragmatico quanto categorico e vincolante, non altrettanto positivamente
possiamo sostenerlo in quella essenziale ricerca di dialogo doverosa e
fondamentale persino in seno al suo Partito. In realtà non sembra per nulla
costruttivo valutare positivamente chi oggi opera per riformare una politica
correndo…La premura pur portando risultati immediati, rischia di riportarci una
scarsissima qualità sulle scelte (la nuova legge elettorale né è la prima
prova). Se in questo modo.. vedremo la possibile metamorfosi nel breve tempo…saremo
costretti a pagare l’alto costo della scarsa qualità delle azioni di
rinnovamento. Una qualità che.. in sé dovrebbe disegnare la nuova svolta per
quel cambiamento tanto reclamato e voluto dalla popolazione.
Anche se si volesse essere positivi sull’incedere sicuro ed a
volte un po’ sprezzante del nuovo giovane segretario del PD, non potrà mai
sottacersi come.. questa sua premura…sembri più dettata da una propria voglia di
voler dimostrare, attraverso un ostinato decisionismo, la capacità di far presa
su coloro che restano ammaliati dal suo continuo voler “fare”. Un decisionismo pericoloso,
esposto oltre i limiti.. che non gli fa percepire l’importanza che si deve ad
un’azione primaria che deve guardare alle scelte di una politica qualitativa…prima
che premurosa ed avventata.
Al contrario Beppe Grillo, il quale di cose giuste ne dice
sicuramente, appare come il nuovo Don Chisciotte che pretende di poter
costruire una effimera “democrazia diretta” attraverso il virtualistico
percorso della comunicazione tra i computers, perseguendo verso la ricerca
delle sue truppe, senza un dialogo profondo e senza conoscerne le qualità. Il
suo modo di procedere sembra assoluto e accentrato solo sul suo pensiero.
E’ facile accorgersi come Grillo, alla pari di Renzi, non
operi verso una qualità delle scelte, spingendosi solo verso il tecnicismo di
una comunicazione e giocando sulla emotività per assorbire tutta la fascia
dello scontento popolare oggi assai diffusa.
Se per Grillo non sembra indispensabile uno scambio diretto
sulle idee ed è primaria l’azione di rottura, per Renzi si privilegia quel
decisionismo legato al necessario pragmatismo del fare attraverso l’urgenza di
una qualunque riforma. In ambedue non si riscontra quel necessario equilibrio utile per operare in senso politico più qualitativo
e di cui il Paese avrebbe veramente bisogno…Bisognerà aspettare ancora tempo per
il vero cambiamento che.. non dovrà necessariamente essere portato da una figura
leader, ma da quella speciale sensibilità che intuisca il bisogno di
una politica condotta in favore del Paese e costruita insieme al cittadino.
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