di domenico Cacopardo
Per una di quelle coincidenze che la Storia e il destino (quel Fate protagonista di tanti drammi di Shakespeare) si divertono a costruire, Matteo Renzi si è recato a Berlino il giorno successivo alla celebrazione del referendum in Crimea: una consultazione volta a stabilire la volontà della maggioranza di lasciare l’Ucraina per aderire alla santa madre Russia. I modi per attuare la decisione sono i più diversi, ma quello che ha le maggiori probabilità di successo è quello della repubblica autonoma (la Crimea lo è già) aderente alla Confederazione di stati indipendenti, il nome odierno della federazione russa, governata da Vladimir Putin.
Per una di quelle coincidenze che la Storia e il destino (quel Fate protagonista di tanti drammi di Shakespeare) si divertono a costruire, Matteo Renzi si è recato a Berlino il giorno successivo alla celebrazione del referendum in Crimea: una consultazione volta a stabilire la volontà della maggioranza di lasciare l’Ucraina per aderire alla santa madre Russia. I modi per attuare la decisione sono i più diversi, ma quello che ha le maggiori probabilità di successo è quello della repubblica autonoma (la Crimea lo è già) aderente alla Confederazione di stati indipendenti, il nome odierno della federazione russa, governata da Vladimir Putin.
Prima di entrare nel merito
dell’opportunità che si è offerta al nostro primo ministro, rivolgiamoci una
domanda: conviene all’Italia mettere in discussione i buoni rapporti con la
Russia?
Il nostro Paese, che ha rinunciato
all’indipendenza energetica scegliendo (due referendum) di non costruire
centrali nucleari (il prezzo relativo lo stiamo pagando da tempo e qualcuno
dovrebbe avere il coraggio di spiegare ai disoccupati che la loro disperata
condizione attuale è stata causata anche dall’eccessivo, non concorrenziale
costo dell’energia), che si approvvigiona di gas e petrolio nel mercato russo,
con contratti a lungo termine nei quali larga parte ha avuto l’Eni, può
rinunciare a questo fondamentale fornitore?
La Libia, altro tradizionale venditore di
petrolio, è nelle condizioni che sappiamo. Con l’Algeria ci sono più problemi
che soluzioni.
Insomma, la nazione italiana deve continuare a commerciare con la Russia comprando commoditiese vendendo prodotti finiti di alta qualità.
Insomma, la nazione italiana deve continuare a commerciare con la Russia comprando commoditiese vendendo prodotti finiti di alta qualità.
Se questo è vero com’è vero, Matteo Renzi
ha tra le mani la possibilità di alzare la testa a Bruxelles e a Berlino,
dimostrando di essere ben diverso dal gauleiter
euro-tedesco Mario Monti e dal tremebondo Enrico Letta.
Se l’Italia, sul dossier Odessa, si
colloca in posizione autonoma e, diciamolo pure, contraria alla prevalente
opinione comunitaria, si apre un fronte di negoziato nel quale trovano legittimo
spazio tutti i dossiers che ci
riguardano, primo fra tutti il consenso a un programma spinto di rilancio della
nostra economia.
Del resto, la posizione dell’Unione,
indebolita da una Germania che ha interessi analoghi ai nostri, è decisamente
fragile: come si può ragionevolmente sostenere, dinnanzi a centinaia di milioni
di europei, che l’esercizio della volontà popolare mediante un referendum non è
accettabile? È accaduto tra Slovacchia e Cechia, nei
Balcani a opera proprio della Comunità che s’è spesa per disgregare uno stato
federale e sovrano come la Juvoslavia, intervenendo con le truppe nella
secessione del Kosovo. Per quali ragioni, era giusto intervenire per sottrarre
a uno stato sovrano un pezzo del suo territorio, senza una consultazione popolare,
e non è giusto consentire ai russi di Crimea di costituirsi in stato
indipendente dall’Ucraina e di aderire alla Confederazione confinante?.
Ecco, in questa contingenza
internazionale, c’è l’opportunità per dimostrare che gli italiani sanno
perseguire i propri interessi senza soggezioni e timidezze.
Le domande poste da Domenico sono più che
ragionevoli ed aprono il pensiero di tutti su ciò che sta per accadere nelle
rive del mare di Odessa. Situazione che non può trovare una soluzione precisa e ben
definita da parte di ogni paese dell’Europa.
Secondo la
cronologia ricordiamo che il 1° marzo il
parlamento russo ha approvato una richiesta del presidente Vladimir Putin
all’uso della forza militare in Ucraina. Che il 2 marzo hanno avuto luogo manifestazioni a favore della Russia persino a
in molte città ucraine compresa Kiev. Il 3 e 4 marzo numerose truppe paramilitari hanno
preso il controllo dei punti di confine tra Crimea e Ucraina e che navi russe hanno
cominciato a sorvegliare le acque al largo della Crimea. Il 6 marzo il parlamento della Crimea si è pronunciato all’unanimità per l’adesione
alla Federazione Russa staccandosi così
dall’Ucraina. E per finire ..il 16 marzo si è previsto un referendum per
ratificare la decisione del parlamento in Crimea. Non possiamo, infine,
sottacere che oltre i 90% tra
i votanti della Crimea risponde di essere favorevole alla
riunificazione della Crimea con la Russia come entità costituente.
Questa cronologia si conclude, quindi, con un forte dubbio sulla valutazione dell’evento.. accendendo di fatto forti contraddizioni tra pensiero pacifista e diritti umani. I governi europei non sembrano comunque aver fatto molto per contrastare Putin.
Questa cronologia si conclude, quindi, con un forte dubbio sulla valutazione dell’evento.. accendendo di fatto forti contraddizioni tra pensiero pacifista e diritti umani. I governi europei non sembrano comunque aver fatto molto per contrastare Putin.
In questo scenario, il punto focale che intende
esprimere Domenico è la posizione del nostro Paese e cioè se conviene
all’Italia mettere in discussione i buoni rapporti con la Russia, poiché…
approvvigionandosi di gas e petrolio nel suo mercato con contratti a lungo
termine, potrebbe temere ripercussioni. Ripercussioni anche sulla
commercializzazione dei nostri prodotti finiti di alta qualità. Una ragione…come
sostiene Domenico… che.. ponendo il nostro Premier in luogo neutrale, se non addirittura
distante, gli fornisce la possibilità di
alzare la testa a Bruxelles in riferimento ai propri dati economici.
Aspettando gli eventi…tra
Ucraina e Crimea, un problema Russia sembra comunque rimanere ..
v.cacopardo
Prova: ho tentato di pubblicare un commento, ma è scomparso senza lasciare traccia
RispondiEliminaguarda Alberto che questo tuo messaggio lo si legge e quindi mi sembra strano che quello di prima non sia venuto fuori ...riprova se puoi...
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