19 mar 2014

Un nuovo appunto di Domenico Cacopardo

La presenza di Putin non viene considerata come elemento di stabilizzazione di un’area fortemente a rischio per la presenza di regimi autoritari dotati di grandi risorse, prima di tutto energetiche, e di nazioni deboli, sussidiate , per la loro esistenza, dalla Russia medesima.
La presenza di Putin con la sua esondante dose di orgoglio nazionale (segreto del suo successo in patria) è erroneamente considerata portatrice di pericoli per la forza di attrazione che sa esprimere verso il mondo russofono.
Quindi, ripresa della politica di accerchiamento, per limitare il suo ruolo politico ed economico..
Illusioni da apprendisti e stregoni.
Infatti, se Obama crede possibile riportare la Russia nelle condizioni in cui si trovò dopo il fallito golpe degli anni ’90, che determinarono gli errori politici di quegli anni, ha perso (e l’hanno persa anche i suoi servizi d’informazione) la conoscenza dei luoghi, degli schieramenti e del sentimento popolare. E, ad ampliare la sensazione di incertezza su obiettivi e strumenti, ci si mette anche l'imbarazzante imperizia del segretario di Stato Kerry.
In realtà, nello scenario politico mondiale, c'è un solo elemento di novità, tale da rimettere in discussione antichi equilibri e consolidate relazioni economiche:  si tratta dello shale gas, il nuovo combustibile estratto dalle rocce americane che darà agli USA alcuni decenni di autosufficienza energetica.  Una indipendenza che potrebbe spingere la Casa Bianca sulla strada di un neoisolazionismo. Il che non è detto che sia il male assoluto.
Di conseguenza, perderanno peso i tradizionali produttori di olio e di gas a cominciare dai paesi del golfo Persico. Si accentuerà invece la dipendenza europea da essi, e con essa il suo declino strategico, inarrestabile almeno finché la dottrina neoliberista influenzerà la casta di euro burocrati che allontana sempre più l’Unione dagli europei. L’idea di trasformare l’Europa in un’altra Cina, competitiva con il resto del globo sul piano dei prezzi e dei costi può esserci fatale.
Non si capisce, quindi, questa sorta di infatuazione collettiva per i destini della Crimea, tenuto conto che, nel recente passato, di operazioni tipo Crimea si sono macchiate l'Europa, la Francia e la Germania (Balcani). E non si capisce nemmeno l'improvvisa bellicosità franco-inglese che ha prodotto danni irreversibili nella sponda Sud del Mediterraneo. Quanto a noi, nonostante Renzi, siamo alla paralisi energetica: niente rigassificatori, niente rilancio dell'energia idroelettrica (imponenti le nostre riserve), niente prospezioni ed estrazioni dell'olio e del gas di cui disponiamo in abbondanza nel nostro sottosuolo. Sarebbe ora che proprio Renzi indicasse agli italiani le camicie di forza che ci impediscono di vivere e svilupparci.


(nota di v.cacopardo)
Per maggiore conoscenza del lettore:
Lo shale gas ha rivoluzionato il mondo dell’energia. Si tratta di gas naturale racchiuso in particolari formazioni di rocce, per la cui estrazione si ricorre a una perforazione idraulica con impiego di solventi e pompaggio massiccio di sostanze liquide. Un pozzo tradizionale di gas è generalmente una formazione unica di grandi dimensioni; per lo shale, dobbiamo pensare a tante formazioni più piccole, che vengono perforate tramite una tecnica definita “fracking”.


Lo shale gas (estratto dalle rocce con perforazione idraulica) non è solo una rivoluzione energetica, ma anche geopolitica. Gli Usa sognano l’indipendenza dalle importazioni e dal 2030 Medio Oriente e Russia si indeboliranno. La Ue ha giacimenti importanti in Romania e Polonia. Ma difficilmente li sfrutterà a pieno.

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