SEMBREREBBE SCONTATA UN’ATTIVITA’ PIU’
AMMINISTRATIVA…SI...MA CON QUALE FINE?
di vincenzo cacopardo
Secondo Matteo Renzi la nuova riforma del Senato dovrebbe vedere un’assemblea di 150 persone composta da sindaci e presidenti
di Regione, oltre a un gruppo di esponenti della società civile scelti
direttamente dal capo dello Stato. Questa nuova composizione, in rappresentanza
delle autonomie locali, dovrebbe affiancare la Camera dei Deputati senza creare
sovrapposizione di compiti e funzioni legislative. Chi ne farà parte.. inoltre…
non percepirà alcuna indennità.
Pur volendo andare incontro al progetto
di Renzi, tale radicale trasformazione, legata indirettamente alle politiche
regionali, richiederà tempo, ma anche dettagli più precisi per la sua modifica.
Il diverso funzionamento di una Camera
occorre certamente, ma è importante ricercarlo attraverso logiche legate al
meccanismo stesso della politica e cioè individuando quelle carenze senza le
quali l’attività parlamentare potrebbe svolgersi con maggiore efficienza in
termini strutturali oltre che temporali.
Secondo il sindaco d’Italia ed il plauso
di buona parte della classe politica odierna, il Senato dovrebbe diventare la
Camera delle autonomie immaginando 108 sindaci dei capoluoghi e 21 presidenti
di regione più 21 esponenti della società civile che… oltre a non percepire
alcuna prebenda, non potranno votare il bilancio dello Stato, nè dare la
fiducia al governo, ma concorrere alla nomina del Presidente della Repubblica.
Il problema che adesso si pone è, dunque, quello di fornirgli un compito adatto
per capire esattamente quali funzioni devono svolgere i componenti di tale
Camera e per far sì che possa rendersi utile.
La logica del taglio secco.. diminuendo
numeri e indennità.. potrebbe rivelarsi frutto della consueta logica comunicativa,
se si finisce col non dare un senso alla funzione che tale Camera ed al ruolo
che deve assumere in rapporto a tutto il quadro istituzionale: Come operano i
sindaci che la compongono?…Come i presidenti delle regioni?..Quale il raccordo
con gli enti locali?…Insomma quale deve essere la loro vera funzione
nell’ambito di una Camera delle autonomie?
Ora..se diamo per scontato che il Senato
debba obiettivamente operare per
rendersi funzionale ad un compito istituzionale senza raddoppiare il
lavoro politico che spetterà unicamente alla prima Camera e se questo compito
sembrerebbe portarlo vicino ad un ambito territoriale (comuni e regioni)…appare
dedursi un’attività più marcatamente amministrativa. ..Si..ma in che ragione ed
a quale fine?
Sono tutte domande alle quali Renzi e la
sua diversa maggioranza dovranno fornire una risposta, poiché una cosa è
cancellare di colpo una Camera ed un’altra è riuscire a fornirgli un compito sinergico
utile e funzionale….ed ancora più importante da conoscere nell’ambito della
programmata futura abolizione delle provincie.
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