LA POLITICA CHIUDE
LE PORTE ALLA DEMOCRAZIA
L’atteggiamento di
sudditanza del Partito Democratico per Renzi appare ormai evidente. Un Partito
che al suo interno rimane privo di alcuna dialettica in riferimento ad un deciso modo di procedere del loro leader. Nessuno entra più nel
merito delle azioni e persino l’animella gentile di Cuperlo preferisce fare dichiarazioni su una
“partita del cuore”del Premier,
difendendo la possibilità che Matteo Renzi giochi la sua partita di calcio e
non obiettando più su qualunque altra decisione in seno al suo Partito.
Si!...sembra proprio che il Partito sia ormai solo di Renzi e nessuno al suo
interno può più permettersi di ostacolare ogni sua decisione.
Ma
il silenzio assordante del PD su ogni decisione del nuovo sindaco d’Italia è..a
dir poco...pericoloso perché isola ogni dialettica e scambio al suo interno..conducendo
questo contenitore di consensi alla stregua del partito del Cavaliere dove
conta solo la voce del leader e non l’utile confronto.
Sulla delicata materia delle riforme costituzionali Matteo Renzi, pone un veto
assoluto, e per non ricevere colpi bassi, sembra volersi riparare sotto un più
sicuro e comodo voto di fiducia. Qualcosa che un tempo avrebbe fatto
rabbrividire i tanti personaggi che guardavano ai valori di una vera democrazia…
Una
certa dialettica democratica pare stia lasciando il passo all’assoluto
decisionismo di una figura che, seppur intelligente e brillante, si pone con
supponenza e presunzione verso le soluzioni. Poco importa come ci si muove..quando
i risultati immediati sono quelli di apparire determinati e risoluti come sa
fare Renzi.. e assai meno importa ingabbiare una democrazia se gli effetti
potrebbero essere quelli di far credere al risorgere economico di un Paese... Quali
saranno però le conseguenze certe, non è dato saperlo adesso..lo sapremo più
avanti…In questo momento avere una figura decisa al comando, per far fronte ad una decadente politica litigiosa del passato, appare la cosa più importante!
La democrazia si avvia verso la
morte!..Giovanni Belardelli professore associato di storia delle dottrine
politiche alla facoltà di scienze politiche dell’università di Perugia, ha diverse
volte sottolineato col suo pensiero questo
pericolo in riferimento a ciò che è già accaduto una volta nella storia italiana…e
cioè: il suicidio del sistema democratico che.. con l’avvento al potere di
Mussolini.. fu soprattutto il risultato degli errori e delle incapacità di
tutti gli altri attori politici. Anche se in modo più soft e meno drammatico, si
sta ritornando all’identico pericolo dei tempi passati, poiché…. sia con la
riforma della legge elettorale.. che con quella riguardante l’assetto
costituzionale, si spiana di fatto la strada ad un nuovo caso di suicidio della
democrazia.
Molti Partiti e Movimenti che oggi si battono nel territorio.. pare non percepiscano bene il loro destino..il loro allontanamento è ormai deciso da una globalizzazione della politica che tende a non favorire più alcun pensiero che non sia determinato dall’alto.. limitando fortemente i valori essenziali del vivere sociale.
Molti Partiti e Movimenti che oggi si battono nel territorio.. pare non percepiscano bene il loro destino..il loro allontanamento è ormai deciso da una globalizzazione della politica che tende a non favorire più alcun pensiero che non sia determinato dall’alto.. limitando fortemente i valori essenziali del vivere sociale.
La politica chiude le sue porte, aprendole verso l’assolutismo delle figure predominanti. Gli odierni decisionisti vedranno un grande consenso supportato dalle proposte allettanti basate su
opportunità di nuove risorse in busta paga, ma mai nelle funzionali riforme che
possano far partire dal basso programmi più validi ed opportuni.
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