14 giu 2014

RESISTENZA E SEMPLIFICAZIONE DI UN PREMIER



di vincenzo cacopardo
Il Premier Renzi critica un po' nauseato una parte del suo Partito che sembra privilegiare una democrazia rappresentata dalla minoranza. Renzi afferma ciò... dopo gli ultimi avvenimenti che hanno visto la quasi epurazione di alcuni membri del Partito non d'accordo col metodo imposto dalla sua maggioranza interna.
Io credo che il problema dovrebbe valutarsi in modo diverso e meno semplificativo valutando differentemente i compiti di un Partito dove il dialogo con la minoranza è necessario, non per chiuderle definitivamente la bocca, ma per ricercare insieme le scelte attraverso uno scambio più che necessario. Se il sindaco d'Italia avesse voluto agire in solitario nella sua assoluta determinazione, avrebbe dovuto scegliere ancor prima di staccarsi dal suo vecchio Partito.... affrontando una nuova realtà partitica con le figure che lo avrebbero più volentieri seguito nel suo nuovo progetto. In realtà.. Renzi.. assumendo di colpo un ruolo di Premier, si trova a dover fare i conti col suo stesso Partito, in seno al quale non si è veramente profuso in un'azione di dialogo profondo per un progetto, finendo quasi per imporlo.
Sui suoi progetti oggi dichiara:  o così...o me ne vado!
La sua visione di Partito è quindi molto simile a quella di una società per azioni dove la maggioranza, anche se di uno, conta per vincere sul progetto, ma mentre nelle aziende... in discussione vi sono scelte relative ad un prodotto (ai suoi costi, al marketing, alla pubblicità) per quanto riguarda un progetto politico.. le problematiche restano molto più complesse, poiché attinenti al percorso di una società, ad una cultura politica che coinvolge le istituzioni nel suo complesso..che non è un complesso semplice e non può definirsi attraverso una rigida determinazione o convenienza, ma resta articolato da una costituzione che mette in primo piano l'importanza di poter procedere per una democrazia rappresentativa che necessita di un dialogo.
In un Partito sarebbe troppo banale porre delle scelte e metterle ai voti senza un preciso e dettagliato dialogo al suo interno.
Questa è anche una ragione che mette in evidenza ancora una volta, la necessità di disciplinare l'azione dei Partiti...affidando al loro interno il progetto attraverso un dialogo continuo con i cittadini (veri ideatori di un programma progettuale) separando il loro ruolo induttivo dalle scelte di governo, le quali non potranno mai essere dirette su riforme costituzionali di tale importanza.
I riformatori dovrebbero trarre spunto da questi ultimi avvenimenti per dettare con più logica una differenza tra i compiti spettanti a chi governa, separati dai ruoli riguardanti la costruzione delle riforme necessarie, individuando quelle anomalie che determinano i continui conflitti.
Andando poi nel merito:...se Renzi deve correre per via delle tante problematiche irrisolte nel passato.. non è detto possa farlo senza un logico scambio all'interno del suo Partito, né sperando di tagliare le istituzioni ed i relativi costi... non tenendo conto del funzionamento dell'intero sistema istituzionale che... nel suo iter... merita rispetto e prerogative di efficienza.



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