Il Premier Renzi critica un po' nauseato una parte del suo Partito che sembra privilegiare una democrazia rappresentata dalla minoranza. Renzi afferma ciò... dopo gli
ultimi avvenimenti che hanno visto la quasi epurazione di alcuni membri del
Partito non d'accordo col metodo imposto dalla sua maggioranza
interna.
Io credo che il problema
dovrebbe valutarsi in modo diverso e meno semplificativo valutando
differentemente i compiti di un Partito dove il dialogo con la
minoranza è necessario, non per chiuderle definitivamente la bocca,
ma per ricercare insieme le scelte attraverso uno scambio più che
necessario. Se il sindaco d'Italia avesse voluto agire in solitario
nella sua assoluta determinazione, avrebbe dovuto scegliere ancor
prima di staccarsi dal suo vecchio Partito.... affrontando una nuova
realtà partitica con le figure che lo avrebbero più volentieri
seguito nel suo nuovo progetto. In realtà.. Renzi.. assumendo di
colpo un ruolo di Premier, si trova a dover fare i conti col suo
stesso Partito, in seno al quale non si è veramente profuso in
un'azione di dialogo profondo per un progetto, finendo quasi per
imporlo.
Sui suoi progetti oggi dichiara: o così...o me ne vado!
Sui suoi progetti oggi dichiara: o così...o me ne vado!
La sua visione di Partito
è quindi molto simile a quella di una società per azioni dove la
maggioranza, anche se di uno, conta per vincere sul progetto, ma
mentre nelle aziende... in discussione vi sono scelte relative ad un
prodotto (ai suoi costi, al marketing, alla pubblicità) per quanto
riguarda un progetto politico.. le problematiche restano molto più
complesse, poiché attinenti al percorso di una società, ad una
cultura politica che coinvolge le istituzioni nel suo complesso..che
non è un complesso semplice e non può definirsi attraverso una
rigida determinazione o convenienza, ma resta articolato da una costituzione che
mette in primo piano l'importanza di poter procedere per una
democrazia rappresentativa che necessita di un dialogo.
In un Partito sarebbe
troppo banale porre delle scelte e metterle ai voti senza un preciso
e dettagliato dialogo al suo interno.
Questa è anche una
ragione che mette in evidenza ancora una volta, la necessità di
disciplinare l'azione dei Partiti...affidando al loro interno il
progetto attraverso un dialogo continuo con i cittadini (veri
ideatori di un programma progettuale) separando il loro ruolo
induttivo dalle scelte di governo, le quali non potranno mai essere
dirette su riforme costituzionali di tale importanza.
I riformatori dovrebbero
trarre spunto da questi ultimi avvenimenti per dettare con più
logica una differenza tra i compiti spettanti a chi governa, separati
dai ruoli riguardanti la costruzione delle riforme necessarie,
individuando quelle anomalie che determinano i continui conflitti.
Andando poi nel
merito:...se Renzi deve correre per via delle tante problematiche
irrisolte nel passato.. non è detto possa farlo senza un logico
scambio all'interno del suo Partito, né sperando di tagliare le
istituzioni ed i relativi costi... non tenendo conto del
funzionamento dell'intero sistema istituzionale che... nel suo
iter... merita rispetto e prerogative di efficienza.
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