16 giu 2014

VIA ALLORO: IL PERCORSO PIU' ANTICO DELLA VECCHIA PALERMO



Esaltare il suo percorso artistico attraverso un innovativo e funzionale completamento


di vincenzo cacopardo

E' tra le strade più vecchie di Palermo e la prima direttrice naturale che dal mare portava fino al cuore della vecchia città. Un percorso da piazza della Kalza verso il centro tra chiese e monumenti. Una strada che andrebbe riqualificata e rimessa in luce dall'Amministrazione della città.

Via Alloro è l'asse viario esistente già nel 1200 e ritenuto antecedente a quello del Cassaro, che nel passato la vide come una direttrice viaria primaria verso monte. La via prende il nome da un antico giardino, da tempo ristrutturato: Il giardino dell'Alloro con un grande albero di alloro di ragguardevole dimensioni ormai nei secoli abbattuto.

Oggi purtroppo gli eleganti palazzi che vi si affacciavano sono stati distrutti o restano molto rovinati. Ma da tempo non vi è mai stata una volontà di voler riqualificare meglio tale luogo allo scopo di farlo rivivere anche in senso commerciale, ponendo l'attenzione del suo percorso artistico attraverso il completamento di una particolare strada ricca di botteghe artistiche ed artigianali..che sfocia in Piazza Aragona e prosegue per via Sant'Anna.

La zona della Kalza, nella quale è inclusa via Alloro, si estende fino a corso Vittorio Emanuele e piazza Magione ed accoglie molti tra monumenti più interessanti della città. Tra questi ricordiamo i più importanti, quali il Palazzo Abatellis (sede della Galleria Regionale). Lo Spasimo(particolare complesso suggestivo) la Chiesa della Magione(una delle più antiche della città)..Oratori ed altro.

Nel suo percorso in salita verso il centro si incontrano altri meravigliosi palazzi alcuni dei quali ristrutturati ed altri al contrario no..come Palazzo Castel di Mirto Bonagia (crollato rovinosamente nel 1982) che rimane fra le testimonianze più significative dell'architettura siciliana del XVIII secolo. Nel 1750 Nicolò Palma rinnovò il prospetto lungo via Alloro

Una costruzione del tutto ristrutturata è, invece.. quella di Palazzo Sambuca. La costruzione del palazzo, nella configurazione attuale, è fatta risalire al 1778 anno in cui la famiglia Bologna ingloba nella propria dimora la casa dei Saladino, anche questi esponenti della nobiltà palermitana. In questa radicale modifica, viene inglobata la Torre Maniace del 1039 che sorgeva presso la porta Policii. L'edificio prospetta su tre vie con facciate stilisticamente diverse tra loro.

Vi è poi il Palazzo Diana di Cefalà che si trova di fronte Palazzo Bonagia e rimane anch'esso sottoposto a continue cure. Oggi le sue bifore ancora, in parte schermate e non messe in luce dai spessori di intonaco per la sicurezza, sono ben note. Appartenne alla famiglia Diana e ingloba la fabbrica architettonica trecentesca che venne eretta nel tempo in cui una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche, tra cui quelle dei Chiaramonte e degli Sclafani, esercitava il controllo politico locale. A partire dal terzo trentennio del XIV secolo, grazie alla relativa stabilità politica dovuta alla famiglia Chiaramonte, sorsero edifici civili e residenze urbane e furono restaurate le antiche mura musulmane.


Era il tempo di una magnifica Palermo costituita in cinque grandi quartieri, (oggi quattro integrati e collegati tra loro). Sebbene il periodo fosse caratterizzato da rivolte e carestie rimase esaltato dalla presenza di grandi geni dell’arte come Pietro Novelli, Filippo Paladini, Gaspare Vazzano, i Serpotta e artisti del tempo che creavano veri e propri capolavori.

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