di vincenzo cacopardo
Via
Alloro è l'asse viario esistente già nel 1200 e ritenuto
antecedente a quello del Cassaro, che nel passato la vide come una
direttrice viaria primaria verso monte. La via prende il nome da un
antico giardino, da tempo ristrutturato: Il giardino dell'Alloro con
un
grande albero di alloro di ragguardevole dimensioni ormai nei secoli
abbattuto.
Oggi
purtroppo gli eleganti palazzi che vi si affacciavano sono stati
distrutti o restano molto rovinati.
Ma da tempo non vi è mai stata una volontà
di voler riqualificare meglio tale luogo allo scopo di farlo rivivere
anche in senso commerciale, ponendo l'attenzione del suo percorso
artistico attraverso il completamento di una particolare strada ricca
di botteghe artistiche ed artigianali..che sfocia in Piazza Aragona e
prosegue per via Sant'Anna.
La
zona della Kalza, nella quale è inclusa via Alloro, si estende fino
a corso Vittorio Emanuele e piazza Magione ed accoglie molti tra
monumenti più interessanti della città. Tra questi ricordiamo i più
importanti, quali il Palazzo Abatellis (sede della Galleria
Regionale). Lo Spasimo(particolare complesso suggestivo) la Chiesa
della Magione(una delle più antiche della città)..Oratori ed altro.
Nel
suo percorso in salita verso il centro si incontrano altri
meravigliosi palazzi alcuni dei quali ristrutturati ed altri al
contrario no..come Palazzo Castel di Mirto Bonagia (crollato
rovinosamente nel 1982)
che rimane fra le
testimonianze più significative dell'architettura siciliana del
XVIII secolo. Nel 1750 Nicolò Palma rinnovò il prospetto lungo via
Alloro
Una
costruzione del tutto ristrutturata è, invece.. quella di Palazzo
Sambuca. La
costruzione del palazzo, nella configurazione attuale, è fatta risalire al 1778 anno in cui la famiglia Bologna ingloba nella
propria dimora la casa dei Saladino, anche questi esponenti della
nobiltà palermitana. In questa radicale modifica, viene inglobata la
Torre Maniace del 1039 che sorgeva presso la porta Policii.
L'edificio prospetta su tre vie con facciate stilisticamente diverse
tra loro.
Vi
è poi il Palazzo Diana di Cefalà
che si
trova di fronte Palazzo Bonagia e rimane anch'esso sottoposto a
continue cure. Oggi le sue bifore ancora, in parte schermate e non
messe in luce dai spessori di intonaco per la sicurezza, sono ben
note. Appartenne alla famiglia Diana e ingloba la fabbrica
architettonica trecentesca che venne eretta nel tempo in cui una
ristretta cerchia di famiglie aristocratiche, tra cui quelle dei
Chiaramonte e degli Sclafani, esercitava il controllo politico
locale. A partire dal terzo trentennio del XIV secolo, grazie alla
relativa stabilità politica dovuta alla famiglia Chiaramonte,
sorsero edifici civili e residenze urbane e furono restaurate le
antiche mura musulmane.
Era
il tempo di una magnifica Palermo costituita in cinque grandi
quartieri, (oggi quattro integrati e collegati tra loro). Sebbene il periodo
fosse caratterizzato da rivolte e carestie rimase esaltato dalla
presenza di grandi geni dell’arte come Pietro Novelli, Filippo
Paladini, Gaspare Vazzano, i Serpotta e artisti del tempo che
creavano veri e propri capolavori.
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