2 lug 2014

Il pasticcio delle riforme

REPUBBLICA DEMOCRATICA O REGIME GOVERNATIVO?
di vincenzo cacopardo
Nel recente editoriale del Consigliere Cacopardo sul gazzettino di Parma dal titolo “La melina parlamentare rende impossibili le riforme” vi è scritto “ ha ragione Renzi: basta inchini con il cappello in mano, basta compiti a casa, basta subire. Occorre contribuire alla politica comunitaria come dobbiamo e come ci è dovuto”.
Domenico Cacopardo sottolinea le parole del nostro Premier che corrispondono al comune sentimento di chiunque abbia il buon senso di guardare alla politica internazionale in positivo, ma anche con la punta di orgoglio di un Paese che lotta per una via di crescita, senza la quale ogni altro sentimento resta incompiuto...Io credo che in ciò egli abbia ragione. Renzi ..da bravo comunicatore, riesce a trasmettere questo sentimento e lo fa nel modo giusto. 

Ma al di là delle belle parole di Renzi, simili ai tanti slogan a cui ci ha abituati, quello che più mi colpisce dell'editoriale è proprio il titolo: “La melina parlamentare rende impossibili le riforme”. Certo...è a tutti chiaro che ogni “melina parlamentare” (come la definisce Domenico) finisce con lo svilire ogni iniziativa governativa...sembra ovvio.. oltre che naturale! Ma vorrei meglio capire ...allora.. a cosa potrà mai servire un Parlamento!...Insomma..per dirla in tono alquanto didattico ...se l'opera di una Camera parlamentare, in un concetto di repubblica democratica, non fa che creare impedimento all'azione che si vorrebbe sicura..veloce ed a volte.. assoluta..e se .basta un governo per decidere, qual'è la ragione di non chiudere definitivamente ambedue le Camere parlamentari?: un governo dovrebbe esprimere un esecutivo (cioè eseguire) o..dovrebbe decidere?

Certo.. io capisco bene che Domenico Cacopardo, da bravo e brillante scrittore, ha dato questo titolo al suo editoriale per marcare l'evidenza di una insostenibile situazione politica che pare non essere più realmente costruttiva al fine di rendere, detto titolo, volutamente provocatorio, ma attenzione....perchè oggi questo è uno degli argomenti contemporanei scottanti che tocca assai da vicino l'assetto riformista istituzionale al quale si sta mettendo mano. Oserei dire che si sta riscrivendo una certa cultura politica moderna in modo assai leggero e senza fornire le giuste spiegazioni ai cittadini un po' sprovveduti.

Credo che la domanda più chiara e semplice da rivolgere oggi ai cittadini dovrebbe essere questa: - Vogliamo vivere in un regime democratico parlamentare pieno di lungaggini e meline con interminabili discussioni che definiscono la libertà di idee... o preferiamo quel decisionismo governativo scevro da ogni dialogo parlamentare e ristretto nelle idee...per farla breve un regime assoluto che prevarichi ogni dibattito in seno alle forze politiche. Teoricamente basterebbe porre questo quesito attraverso un referendum per chiudere ogni storia!..Ma la faccenda è assai più complessa, poiché per rispondere ad una tale domanda.. occorrerebbe da parte del popolo.. una preparazione sulla politica e sulle istituzioni che molti non hanno...una conoscenza cui molti non sembrano interessati.

Questo quesito però...non può tutt'ora trascurare la ricerca di una terza via che la politica odierna omette di esaminare: Se questo contrasto appare essere uno dei più grandi problemi..quasi come una costante anomalia.. la divisione dei ruoli (figure governative- figure parlamentari) non potrebbe che essere studiata con maggiore attenzione ed in profondità..lasciando più libertà al dialogo politico, senza ostacolare la natura esecutiva di chi governa...Costruendo un nuovo percorso dove quello che decide sia un programma delle forze parlamentari più votate costruito con i cittadini ed... aliunde..una amministrazione governativa più sicura sulle questioni ordinarie e lo svolgimento organizzativo dello stesso programma...Non trascurando mai l'importanza di una continua dinamica nel cambiamento..
Ma tutto ciò non potrà mai escludere una primaria riforma che miri a disciplinare i Partiti...alla quale nessuno sembra manifestare attenzione.



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