E'
veramente strano che in tanti e soprattutto in seno al suo stesso
partito non si siano accorti chi cè veramente Renzi...qualcuno
continua ancora a sottovalutarlo , ma Matteo, gran conoscitore di un
certo tipo di comunicazione e delle sue tecniche, continua ad
asfaltare (come si usa dire oggi) chiunque osi mettersi contro. Lo fa
oggi non solo perchè si trova più porte aperte, ma anche grazie al
suo stesso Partito che non trova chi è capace, attraverso seri
argomenti, di porre alternative valide al suo progetto. A differenza
di Carlo Freccero che definisce Renzi “cattivo o persino
cattivissimo”..(nel senso che ama il potere per il potere)...io
ritengo il sindaco d'Italia troppo ambizioso, ma anche fortunato..poichè favorito dall'assenza di validi antagonisti. La
sua fortuna però potrebbe cambiare di colpo, vista la mancanza
totale di quella essenziale umiltà che.. in certi casi.. non deve
mai mancare.
Bisogna
comunque..dare atto a Matteo Renzi della sua capacità strategica, se
pur favorita da una fortunata coincidenza con un periodo di decadenza
della politica, che lo predispone in una sorta di facile escalation. Il suo mostrarsi determinato ancora più di come lo fu
Berlusconi ..Il suo imporsi nel suo Partito ed in favore di una
governabilità con i metodi di un asfaltatore...piace agli
italiani...In questo suo procedere ...quello che in realtà gli
manca..è proprio il senso della democrazia.... d'altronde...se lo
avesse..non potrebbe seguire questo percorso con tale sicurezza..e
determinazione.
Adesso
che il ddl Boschi sull'abolizione del Senato è arrivato in aula,
Renzi continua ad insistere col non accettare defezioni. Le sue
parole «Chi
vota contro si mette contro l'Italia, le impedisce di uscire dalla
crisi, tradisce l'impegno che io ho assunto in Europa. Ne dovrà
trarre le conseguenze anche nel partito»....
suonano come un ultimatum. Ma intanto le aporie sul decreto per il
nuovo Senato crescono e gli emendamenti in aula si contano a
migliaia ed anche in Forza Italia c'è chi non digerisce una riforma
del Senato non eletto direttamente dal popolo.
Una
delle singolari caratteristiche che si evidenzia nella originale
opera politica di Renzi è proprio il fatto che il suo non è
esattamente un percorso diretto attraverso una vera logica
politica..ma un esplicarsi prevalentemente verso un unica ottica di
criterio amministrativo: come se pretendesse di poter esercitare una
rivoluzione attraverso riforme che mirino ad un unico scopo
gestionale..quando si sa bene che la politica non è semplice
gestione governativa. Se la si volesse in tal modo, non vi sarebbe
alcuna ragione di sostenere un parlamento ed i relativi partiti. La sua visione politica rimane quindi monca e ristretta ad un unico obiettivo che non potrà mai conciliarsi con un vero principio democratico.
In
questa battaglia delle riforme, le antinomie risaltano sempre di più
perchè si tendono ad escludere i valori fondamentali di una
democrazia ponendo dinanzi a tutto un problema di costi e di vantaggi
verso una governabilità..e proprio ciò che ha sempre messo in
evidenza Renzi, il quale potrebbe essere definito “il sindaco dei
sindaci” ma mai un vero statista! Una figura amministrativa forse capace... ma con un deficit evidente del senso della democrazia …...
Il
rischio che non si raggiungano i due terzi di voti per scongiurare la
verifica del referendum esiste ed il “sindaco d'Italia” lo ha
messo nel conto, considerandolo un danno minore. Renzi sa di poter
muoversi su più fronti...ed in questo momento quello che più gli
preme sembra essere il suo rapporto personale con l'Europa e qualche
nomina che potrebbe permettergli un rimpasto in seno al suo governo.
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