Il
cretinellum e la prospettiva evanescente
di Domenico Cacopardo
La voce comincia a
spargersi. Eugenio Scalfari, dopo i dubbi, ha iniziato a ragionare
già domenica 29 giugno. Piero Ostellino smentisce per un giorno (il
6 luglio) l’imbarazzato (e imbarazzante) appiattimento del Corriere
e formula serie contestazioni a Matteo Renzi e al suo modo di
concepire la politica (Tutto
parole e auto blu).
Altrove serpeggiano timidi dubbi, anche se il tam-tam mediatico
continua imperterrito a tessere le lodi del conducator
fiorentino.
Appaiono sempre più
evidenti la fortuna (le dimissioni di Errani dalla presidenza
dell’Emilia-Romagna azzerano l’ultimo fortino dei
vetero-comunisti, il loro modello doroteo e il declinato leader
Bersani, lo statista di Bettola) e l’abilità dialettica del
premier
insieme
alla totale imperizia, che accomuna il cerchio magico dei suoi più
stretti supporter
nel
governo e nel partito. Lidea che duri vent’anni come Berlusconi
sembra irrealistica, alla luce degli sbandamenti e dell’assenza di
un reale pensiero politico irrobustito da proposte serie di
cambiamento.
L’Europa si sta
rivelando un’avventura a rischio. Le parole non incantano e i fatti
concreti mancano o sono insufficienti. La considerazione non si
conquista così: è di poche ore fa che la riunione Ue-Russia-Ucraina
s’è svolta con i francesi e i tedeschi, senza gli italiani.
«Difetto di
comunicazione», spiega il ministero degli esteri, ripetendo la
formula usata quando la signora Nessuno che lo dirige partecipò alla
Maratona di Ostia, poiché ignorava una contemporanea riunione dei
suoi colleghi a Bruxelles. Questo genere di dichiarazioni dimostrano
la pochezza di chi le emana, visto che postulano la stupidità di chi
le legge, si tratti di giornalisti o di semplici, normali cittadini.
Un ministro degli esteri deve
essere in quotidiano contatto con i colleghi e informato minuto per
minuto di ciò cha accade nelle questioni di un qualche interesse
italiano. Ad aggravare la situazione, c’è che l’attuale
ambasciatore a Bruxelles, Sanino, è persona di qualità, con un bel
curriculum,
di certo attento a ciò che succede in giro.
La verità è che
quest’assenza non incide sulla già bassa credibilità della
Mogherini (si chiama così la titolare della Farnesina) ma su quella
di Renzi: insomma, uno schiaffo in faccia al rampante premier
italiano
nel momento del suo maggior bagliore comunicativo. E il viaggio delle
gentile signora Nessuno in Ucraina e in Russia è un’operazione
riparatrice (è di ieri la notizia che Putin le stringerà la mano)
costruita in
extremis
dalla disprezzata burocrazie del ministero degli esteri.
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