Una
direzione del PD con un Renzi a tutto spiano.. che sciorina la sua
personale visione rilanciando il Partito a vocazione maggioritaria,
un
"partito della Nazione"
che riesca a parlare con tutti e fra tutti. Bisogna dare atto alle
capacità di questo astuto maestro del verbo nel saper toccare i
tanti temi della politica.. non ultimo.. quello riguardante il
programma e la funzione del suo Partito. L'astuzia di invitare
tutti al personale regno della “Leopolda” ( definita da
Cuperlo come un partito parallelo). Una affettata carezza in
direzione delle manifestazioni di piazza di iniziativa sindacale.
Insomma... un segretario sicuramente dal dialogo sobrio che ha saputo cucire..
con opportunità .. tutti i punti più importanti che hanno sempre
interessato la minoranza, la quale, malgrado tutto, ha manifestato
ancora forti perplessità.
La
sua proposta di un PD a vocazione maggioritaria suona più come una
provocazione voluta proprio per alimentare una discussione in seno al
partito ed al fine di anticipare ogni pretesto ed ogni critica con la
minoranza . La sua idea è quella di formare il Partito
predisponendolo ad una funzione maggioritaria (intenzione sempre
voluta ed amata dal sindaco d'Italia) che possa raccogliere diverse
realtà come Sel ed il partito, ormai semidefunto, di Scelta
Civica..Renzi affronta questa proposta dichiarando che un partito che
si estende allargandosi... non potrà che risultare più forte e
robusto e quindi potrà guidare meglio le riforme volute. In questo
modo e con diverse sfumature.....tra le quali alcune gratificazioni
nei confronti di qualche presenza in direzione non del tutto
convinta, Renzi si è avviato verso la proposta di legge elettorale
che, sposandosi quasi naturalmente col concetto maggioritario
bipolare, mette in evidenza tutta l'intenzione di chiudere le vecchie
logiche politiche che non hanno mai portato serenità e stabilità ad
ogni governo.
Renzi
invoca l'Italicum, come strumento elettorale indispensabile che piace
anche ad altre forze oggi governative come NCD, un meccanismo che
consentirà al suo Partito ogni maggioranza tale da poter dettare
legge, ma lo fa con scaltrezza...lo fa accennando proprio a
quell'allargamento che consentirà ai piccoli partiti restanti di
inserirsi in seno al proprio...(successivamente divorandoli) ..lo fa
affermando che il PD è il partito maggioritario della Nazione e deve
poter usufruire degli strumenti elettorali che gli consentano
un'affermazione. La sua asserzione successiva è chiara ed assoluta
"Il Pd è un partito che vince per fare una legge elettorale in
cui sia chiaro chi vince.
..Un'altro di quei suoi slogan.. di cui si è perso il conto...
Il
suo monologo continua, secondo una logica chiara del tutto personale
e non priva di quel deleterio pragmatismo che spesso non aiuta ogni
dialogo politico: Grillo
è una coalizione a sè, il centrosinistra è di fatto il Pd, il
centrodestra è frammentato e non ricomponibile, allora è più
rappresentativo del Paese un premio al primo partito". Non
esita successivamente ad esternare quella che per lui rappresenta una
chiara realtà alla quale tutti bisogna rassegnarsi : O il PD si
allarga rappresentando l'unico vero partito maggioritario in
alternativa con una possibile futura destra o potrà uscire
vittoriosa quella matrice populista e demagogica delle piazze e di
chi non sta col sistema...
Tra
gli interventi della minoranza
il più sentito è stato quello di Cuperlo che in tono schietto, ma
anche esplicativo,
ha chiesto a Renzi di spiegare cosa in realtà fosse davvero
la Leopolda. Cuperlo conosce bene il Partito e sa che le correnti
hanno sempre dominato al suo interno e per questo chiede più
chiarezza..asserendo che se davvero si deve essere uniti... non
bisogna farlo solo in modo figurativo, lasciando poi, dopo ogni
dibattito interno, la gestione del partito in mano a quote di un
partito parallelo. Cuperlo, malgrado l'ambizione del segretario,
insiste sulla coerenza e sul rispetto che si deve all'interno del
partito e non dando l'illusione di fare apparire all'esterno di esso,
ciò che in realtà non esiste.
Sembra
chiaro.. dopo questo dibattito interno..perfettamente indirizzato dal
sindaco d'Italia, che Renzi apra una certa campagna acquisti dei
tanti transfughi dei partiti più piccoli. E' difficile potervi
vedere alleanze o patti, se non una mira ambiziosa a vocazione
maggioritaria di stampo veltroniano. Una mira che per Renzi
rappresenta la chiusura di un cerchio che possa consentirgli una
governabilità futura lunga e serena, anche per via del fatto che
dall'altra parte non esiste più chi... come Berlusconi... possa
insidiarne il potere.
Ma
cerchiamo adesso bene di capire quali possono essere le ragioni per
le quali le mire di una figura ambiziosa se pur capace con le
parole... come Renzi, possa destare inquietudine in un contesto
politico in cui si vuole tendere a chiudere ogni voce dei piccoli a
beneficio di una governabilità stabile ma insensata poiché priva di
quei caratteri essenziali di una democrazia che si vorrebbe a favore
del popolo.
Abbiamo
più volte sottolineato l'importanza che ha in un'azione politica
qualla fase di passaggio che
il nostro sistema muove in direzione di una governabilità indiretta
che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere diretta dal popolo. Un
passaggio che, in teoria, dovrebbe vedere nelle elezioni, il vero
funzionamento di costruzione di un impianto in favore dei cittadini e
che, al contrario, finisce col non tener conto del loro pensiero.
Il
suffragio universale, il primato della costituzione e la separazione
dei poteri dovrebbero essere ancora le basi della democrazia
rappresentativa moderna.
Fatta
questa opportuna premessa..oggi Renzi vorrebbe dimostrare di avanzare
in direzione di una politica nuova che non percepisce più una
differenza tra le vecchie ideologie destra-sinistra (e questo
potrebbe anche essere positivo), ma in realtà il suo modo di
procedere, malgrado la forte arte comunicativa, rimane vecchio e
legato ad una tangibilità istituzionale contro la quale
difficilmente lui vorrebbe opporsi. Il suo non è un vero cambiamento sistemico, ma al contrario, legato ai vecchi modi di far politica.
Persino la sua permanenza in seno ad un partito.. ormai inesistente
in termini di programmi di sinistra... è stata poco convincente.
Avrebbe già da tempo.. dovuto costruire un nuovo movimento
(facendosi forte della sua Leopolda) con il quale avrebbe potuto
affrontare con maggior innovazione il cambiamento, realizzando.. con
minore ipocrisia... un futuro politico più nuovo.
Renzi
rimane una figura legata al potere ormai costituito e quindi poco
asistemica in termini di innovazione, infatti difetta di idee nuove,
propone iniziative su regolamenti e non rivoluzionarie per una vera
crescita. Una figura fortemente legata ai temi amministrativi e meno
alla ricerca di una politica di innovazione.
Quando
per il suo modo di procedere manifesta che non esiste più destra e
sinistra... la sua permanenza nel vecchio Partito non avrebbe ragione
di esistere... se non per poter trovare quella forza capace di
rendergli un interesse... Se queste vecchie ideologie sono per lui
desuete ed inutili, per quale ragione ricerca modelli bipolari basati
sulle stesse? Quali sono le vere novità del suo ipocrita cambiamento
se poi, in realtà si vuole tendere a chiudere la voce dei tanti
piccoli partiti che rappresentano sempre la voce del popolo? Una vera
rivoluzione andrebbe in realtà fatta al contrario!..Quale è il suo vero
stravolgimento di un sistema di far politica... quando le sue
proposte non dimostrano in realtà alcun significativo cambiamento in
ambito istituzionale.. se non quello di semplificare mortificando la
funzionalità di cui oggi si necessita?
Una
certa inquietudine può essere quindi giustificata se in più..la sua
crescita viene esaltata principalmente figurativamente.... non
lasciando presagire all'orizzonte nessuna reazione positiva in
termini di idee da parte di un'altra politica.
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