25 nov 2014

Astensionismo diffuso e crisi dei valori istituzionali

di vincenzo cacopardo

Mentre nel PD si riflette sull’astensione e qualcuno gode per il risultato del 40 per cento, nella Lega si esulta per il secondo posto ottenuto. Intanto il M5 Stelle fa i conti con la perdita secca dei suoi voti e Forza Italia si guarda intorno meditando seriamente sull'enorme vuoto lasciato.
Sembra che abbiano perso tutti tranne Matteo Salvini che conta seriamente di far crescere il suo Partito in tutto il Paese. La questione non è di poco conto.. poiché oggi Salvini, al Sud, può far forza su quella enorme massa di voti dispersi da Forza Italia..rappresentando però una destra più decisa e non sicuramente moderata.

Fanno drammaticamente ridere le dichiarazioni fatte da alcuni leaders prima fra tutte quelle dello stesso Premier che accenna ad una vittoria netta del suo PD. Da un altro fronte.. Raffaele Fitto dichiara che il risultato drammatico di Forza Italia, deve ormai considerare il serio problema di dover azzerare tutte le nomine in seno al Partito, per offrire un vero rinnovamento. Ma al di là di ogni mancanza di idee ..la pretesa di Fitto risulta ridicola poiché lui stesso, rappresentando il vecchio, avrebbe il sacrosanto dovere di mettersi da parte: Sono anni che si sente parlare di rinnovamento in seno a questo Partito che in realtà continua a mantenere nei posti di comando le stesse figure, alcune davvero ambigue. Il risultato negativo.. era quindi scontato..anche per via del fatto che Berlusconi, occupandosi più del patto del Nazareno.. assieme al suo (vero favorito) Matteo, pare essersi stancato delle tante figure che gli girano attorno.

Il voto di questi giorni è il risultato ovvio di scelte sbagliate che vedono da un lato la mancanza totale dello studio e della ricerca del funzionamento della politica ( una strada che non premia alcun dialogo) e dall'altro... quella di una politica non allarmata dal costante astensionismo... per lo più interessata alla costruzione di percorsi distinti ed ingannevoli.

Le Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.. segnano, però, un punto sul quale sarebbe opportuno riflettere attentamente per via del fortissimo astensionismo...che chiaramente agevola le elezioni dei presidenti regionali attraverso consensi bassissimi rispetto agli aventi diritto al voto. Il Pd dovrebbe riflettere più degli altri sul voto dell'Emilia..regione che è sempre stata storicamente un feudo assoluto della sinistra. Un astensione attesa.. viste le incomprensioni sempre più evidenti tra i cittadini e la politica odierna: Se da un lato abbiamo una figura determinata e supponente che pare aver preso in mano le sorti della politica dell'intero Paese con l'ambizione tipica del superman...dall'altro lato non si intravede alcuna buona proposta di rinnovamento studiata attraverso una attenta ricerca che possa vedere al di là di ogni regola e parametro tale da poter offrire maggiore innovazione e funzionalità alle istituzioni.
La “forma mentis” rimane ancora fissata su alcuni punti che non potranno mai offrire innovazione..e l'unica strada che si affronta è quella che vede solo scelte semplificative! E' inutile..quindi.. fingere parlando di risultato netto! Un boccone amaro per tutti, ma soprattutto per l'avvenire incerto di una politica che tarda ad innovarsi.

Sarebbe il caso di mettere in discussione la formazione dei Partiti ed i perenni conflitti esistenti in seno alle figure odierne..in modo da offrire una nuova visione della politica più vicina alle esigenze della società, accantonando principi ideologici di destra-sinistra in favore delle esigenze e del metodo. Il dato dell’astensione è troppo alto da mettere in seria discussione lo stesso valore delle istituzioni.


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