Sembrava
che la legge 214 del 2011, dell'allora ministro Elsa
Fornero, avesse stabilito
per i nuovi contributi dei dipendenti che avevano di già costruito
la propria pensione col sistema retributivo..un successivo ricalcolo
con il sistema contributivo. Un comma, nella legge specificava.. ponendo un limite a chi avrebbe optato per lavorare oltre i
quarant'anni. Si pensava quindi che la pensione sarebbe risultata non
superiore dell'80% dell'ultimo stipendio.
Pare
invece che questo tetto sia adesso sparito. Una lacuna per il ricco
numero dei 160mila pensionati davvero fortunati! Naturalmente
sappiamo che costoro sono per lo più alti
burocrati di Stato,
magistrati, funzionari...etc. Per loro anno dopo anno si
incrementerà la pensione già ricca di per sè – Per alcuni di
questi contribuenti si indica persino il 110% o il 115% dell'ultimo
stipendio. Si parla di una cifra che si aggira oltre i due miliardi
nel breve tempo di un paio di anni..ma qualcuno pensa che i costi
peseranno ancora di più negli anni a venire.
Come
è mai possibile una tale dimenticanza? Come è possibile che
l'amministrazione di uno Stato che lavora per un cambiamento più
equo si scordi di porre rimedio a questo limite? Sorprende ancora una
volta l'inesistente attenzione nei confronti di quei lavoratori oggi
pensionati che hanno sacrificato parte della loro vita e si ritrovano
oggi con misere pensioni anche a causa di errori come questi.
Ricordiamoci
anche..che tale legge perseguiva tre obiettivi, enunciati dal comma 1
dell’art. 24 del Decreto..uno dei quali:-
Equità
e convergenza intragenerazionale e intergenerazionale, con
abbattimento dei privilegi e clausole derogative soltanto per le
categorie più deboli;
Vogliamo sperare che l'INPS si faccia portatore per la soluzione di queste
continue anomalie.
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