di vincenzo cacopardo
Se
oggi si affronta questo tema è proprio per mettere in evidenza
l'errore dei tanti che ancora pensano di poter procedere con questa
particolare mentalità: il presupposto di identificarsi nella figura
di Leader di un nuovo Partito o Movimento in forza del fatto di
ritenere un'organizzazione politica come una sorta di azienda
privata..non potrà mai essere efficace nel tempo. Sono ancora in tanti a non accorgersi della naturale contraddittorietà insita in questo modo di affrontare la questione. Oggi.. questo è un
argomento molto discusso e la stessa politica delle figure, malgrado il
perseverare, dovrà mettere fine ad ogni forma di
esaltazione buona solo a costruire miti (una politica con lo scopo del
proliferare di proprie egoistiche opportunità) di sicuro non utile alla definizione di una vera democrazia. Non esistendo una verità
assoluta sulle soluzioni.. un'organizzazione politica dovrebbe
occuparsi principalmente di dirimere e risolvere giorno per giorno
attraverso il dialogo e la ricerca col contributo di uno scambio
interno. Se
è vero che occorre una guida.. è anche vero che leader non si nasce
ma si diventa...ed è proprio il modo in cui si diventa a convincere assai meno. Costruire una leaderschip è molto più difficile, ma rende più resistente e compatta l'opera di ogni Partito o Movimento
che nasce per ascoltare ed accrescere il dialogo sotto una spinta
paritaria di ricerca.
Una delle tematiche più interessanti di questi anni è quella della posizione dei leaders e cioè su quelle figure a capo di un partito politico, di un'organizzazione, di un'impresa che rappresentando le figure più in vista e più rappresentative e che dovrebbero quindi orientare ogni indirizzo.: Il leader è colui che ha dei seguaci, senza seguaci non ci può essere un leader.. Una concezione naturale che dovrebbe farci porre non poche domande.
L'analisi che più ci interessa è quella dei “leaders politici” in quanto è sicuramente legata allo studio di questo Forum. In modo differente... un processo di una leadership consiste in una interazione di coloro che in una struttura occupano la posizione più elevata col resto del gruppo. Una delle caratteristiche fondamentali dei membri di un gruppo di stato elevato è quella di proporre idee ed attività nello stesso gruppo... utilizzando in questo modo dei mezzi per influenzare i membri e modificare il loro comportamento. Ma, dal momento che l'influenza sociale è comunque sempre un processo reciproco, quello che caratterizza il leader è il fatto che può sempre influenzare gli altri nel gruppo più di quanto siano influenzati loro stessi.
Questa
considerazione di carattere oggettivo, pur non definendosi del
tutto, spinge ad un ulteriore esame sulla sottile differenza tra
una strada delineata da una leadership (ossia..non priva di
interazione e scambievolezza) e quella imposta da un unica figura di
leader che orienta in un unico indirizzo (in modo più assoluto e
determinato).
La determinazione di una guida su un tema di carattere
amministrativo potrebbe essere accettata poiché servirebbe a
riempire quel vuoto di risolutezza necessario per la definizione e
la messa in opera di un progetto. Al contrario..se la natura del
progetto esige uno scambio dialettico costruito sulle idee e su motivazioni
inerenti la politica (vedasi il lavoro spettante ai Partiti), il
dialogo dovrebbe restare fondamentale, poiché quella fermezza
potrebbe dirimersi in un determinismo eccessivo... tagliando il
fondamentale dibattito interno.
Il
mio personale indirizzo su questo tema è risaputo..e cioè che il
pensiero politico che dovrebbe nascere nella casa di un Partito in
contatto con le esigenze dei cittadini, non potrà mai essere
sostenuto da un'unica figura predominante, ma dovrebbe essere il
risultato di un dialogo costruito da una serie di figure che unite
formeranno una vera e propria leaderschip. ..Insomma un Partito non
dovrebbe mai ammettere una figura predominante, né... tale figura..come oggi accade.. potrà mai assumere il doppio ruolo di segretario di un Partito e
Premier di una Nazione.
La
questione che oggi si pone è proprio quella di credere che unendo la
forza di un Partito col comando di un esecutivo del Paese, si riescono
a definire meglio i risultati di una governabilità...e questo accade
anche perchè si considera la governabilità l'unico scopo necessario
e non un fine costruttivo....Ancora peggio, poi, se una figura assume la
caratteristica di leader assoluto il cui compito è doppiamente
avvalorato dalle cariche (un argomento che attinge da una diversa
concezione che appartiene ad altri Paesi, ma che non può collimare
con la storia e la cultura politica della nostra Nazione)
L'errore di
non separare i due poteri e distinguerli per ruoli e competenze, non
aiuta la funzione della politica e spinge ad esaltare le figure a
danno di una efficienza necessaria per la crescita.
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