di vincenzo cacopardo
Nessuna difesa per chi si permette di usare violenza con atti di barbarie come quelli avvenuti recentemente in Francia... Nessuno potrà mai perdonare simili uccisioni in nome di un Islam così tanto sanguinario voluto da piccole minoranze fondamentaliste. Ma una domanda alla quale non ci si può sottrarre è .. “se è giusto che la satira debba avere dei limiti e se in nome di una libertà si possa superare ogni limite imposto da un comune rispetto per la religione altrui”.
Nessuna difesa per chi si permette di usare violenza con atti di barbarie come quelli avvenuti recentemente in Francia... Nessuno potrà mai perdonare simili uccisioni in nome di un Islam così tanto sanguinario voluto da piccole minoranze fondamentaliste. Ma una domanda alla quale non ci si può sottrarre è .. “se è giusto che la satira debba avere dei limiti e se in nome di una libertà si possa superare ogni limite imposto da un comune rispetto per la religione altrui”.
La
satira si occupa da sempre di temi rilevanti, principalmente la
politica, la religione, il sesso e la morte, e su questi propone
punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle
piccole verità, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i
pregiudizi e mette in discussione le convinzioni.
Nel
significato popolare contemporaneo, si tende ad identificare la
satira con una delle forme possibili dell'umorismo e, in qualche
caso, della comicità; talvolta, poi, si intende per satira anche,
indiscriminatamente, qualsiasi attacco letterario o artistico a
personaggi detentori del potere politico, sociale o culturale, o più
genericamente vi si include qualsiasi critica al potere svolta in
forma almeno salace . Questo ci
dicono le voci su una ricerca del significato della sua parola. Ma
l'umorismo, l'ironia ed il sarcasmo devono avere i loro limiti nel
principale rispetto che deve portarsi all'essere umano..al suo
credo..alla sua educazione ed alla sensibilità stessa di ognuno.
Dice
bene Travaglio quando afferma - la
libertà
di espressionenon
significa condividere tutto quello che pensano, dicono, scrivono e
disegnano quelli che se ne avvalgono. Non è poi così difficile
capire che difendere la satira senza
limiti non vuol dire che chi la fa non possa avere limiti (tutti ne
abbiamo, e sono unici al mondo: dipendono dallo stile, dalla cultura,
dall’educazione, dalla sensibilità, dall’eventuale fede di
ciascun individuo).
Ma
non dobbiamo nemmeno far finta di dimenticare anche la cultura
mentale del destinatario a cui essa è diretta..Nel
caso di “Charlie Hedbo” la satira sembra quasi aver preso libero
sfogo senza alcun limite... con ostinazione..come una lotta senza
fine ..quasi un'ossessione ..La matita come un'arma senza tregua
verso una religione che, come tutti noi occidentali sappiamo ...forse
non è ancora in grado di recepire con la stessa linea di pensiero
occidentale, i principi di una satira fin troppo libera, ma in certi
casi anche assai irrispettosa e volgare: Quale è..ad esempio... il
fine di scrivere “il
Corano è merda”, come esprime una delle vignette incriminate di
Charlie
Hebdo
?
In
nome di una libertà si pensa che con la “satira” si possa dar
sfogo a qualunque offesa.. calpestando ogni rispetto altrui, ma i
confini restano legati e la libertà di ognuno finisce dove comincia
il rispetto per l'altro. Soprattutto se sei, come dovresti essere...
anche consapevole che la provocazione è diretta verso un popolo che
non ha la tua stessa cultura mentale in grado di precepire la satira
per quella che è..Non dimentichiamo che la nostra cultura religiosa
nel passato ne ha anche viste di peggio..
Con
ciò rimane esecrabile ed indifendibile ogni atto ostile e di
crudeltà inferto verso i cittadini.. Atti che... ledendo i
principi ancora più preziosi della vita umana, non possono trovare
alcun sostegno...ma solo disgusto verso chi ha un simile disprezzo
per la vita altrui e la propria.
Ma
attenzione a parlare di libertà come fosse un salvacondotto valido
per ogni espressione..compreso quello della satira!
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