"Diciamolo francamente: la vicenda dei terroristi parigini ha rimesso in evidenza quanto pregiudizio ci sia in gran parte della cultura italiana, protesa verso un insensato giustificazionismo che parte dalla considerazione che l’Islam non è una religione violenta e arriva alla conclusione che c’è un Islam moderato con il quale dobbiamo dialogare.
La verità è diversa: il Corano è un testo religioso integralista nel senso che non solo non riconosce diritto di cittadinanza ad altri «credo», ma incita i «fedeli» a convertire o a uccidere gli «infedeli». E in questo senso è stato sempre interpretato da imam e ulema delle varie confessioni islamiche.
La cartina di tornasole per stabilire la sincerità o meno del clero musulmano è sotto i nostri occhi: nei confronti degli assassini e dei tagliatori di teste non è mai stata emessa una «fatwa», l’anatema cioè che impedisce al «fedele» di entrare nel Paradiso di Allah popolato da vergini.
I giustificazionisti si appellano a categorie logiche inappropriate, riprendendo alcuni fondamenti del marxismo per riportarli all’attualità terroristica, una specie di nuova lotta di classe condotta dai poveri nei confronti dei ricchi sfruttatori.
Dimenticano, questi signori, che il mondo islamico è seduto da decenni sopra una delle maggiori ricchezze del mondo, l’«oro nero», il petrolio e il gas vitali per la sopravvivenza dell’economia industriale e post-industriale. E che non è stato capace, questo mondo, di produrre le mutazioni di assetto politico-istituzionale che avrebbero consentito ai cittadini, non alle oligarchie ovunque dominanti, di godere di una parte appropriata della ricchezza di cui dispone.
Nessuna capacità di produrre le lotte di liberazione popolare che hanno condotto, per esempio, gli europei a liberarsi d’ogni schiavitù e di essere partecipi della vita politica e sociale delle loro nazioni. Solo il Baath, il partito socialista panarabo, è riuscito a imporre regimi laici vagamente socialisti, sempre combattuti dai militanti religiosi.
I giustificazionisti, poi, per sostenere le loro tesi, dimenticano, in malafede, ciò che accade all’interno dell’Islam: le stragi, le migliaia di cristiani e di correligionari uccisi, decapitati, le efferatezze di ogni sorta che si consumano nel nome del Dio maomettano.
Per mistificare ulteriormente la realtà si affidano a religiosi che auspicano la pacifica convivenza, che spiegano come la loro religione sia una religione di pace, come non si debba temere, ma serenamente dialogare.
In realtà, come tra tutti i credenti, ci sono i praticanti, gli indifferenti e i laici.
Sono solo questi ultimi che possono sostenere e ampliare il dialogo tra Occidente e Islam.
Il presidente egiziano Al Sisi ha avuto il coraggio, un coraggio ereditato da Sadat, di andare nell’università Al Azhar del Cairo a dire che un miliardo e 600 milioni di islamici non possono pensare di far la guerra a tutti gli altri abitanti della terra nel nome di Allah.
Il giustificazionismo è autolesionismo: non ci conduce verso la pace, ma a un’altra sanguinosissima guerra.
Rocroi, Vienna, Kosopolje, Budapest, Lepanto non ci hanno insegnato nulla.
Sarebbe ora di riflettere sulle condizioni dell’umanità e sugli interessi degli europei: nel 2014 135.000 immigranti illegali provenienti dalla sponda Sud del Mediterraneo sono sbarcati in Italia. Se l’1% è un fontamentalista, si tratta di 1.350 persone. Se l’1 per mille è vicino al terrorismo «jihādista», si tratta di 135 uomini. "
Nient’altro da aggiungere.
E allora? Cosa dovremmo fare? Far finta non vedere che esistono un miliardo e seicento milioni di islamici ostacolando la loro integrazione col popolo occidentale?
Voler trovare un solo responsabile della violenza generatisi in questi ultimi anni, è l'insopportabile comune errore sul quale si ricade.
Quello che mi rimane difficile da capire e che... quando Domenico Cacopardo apre una analisi in questo senso, dimentica i tanti errori del passato commessi dai paesi occidentali che, sicuramente più sviluppati in cultura avrebbero dovuto dimostrare la loro superiorità di crescita sociale democratica aiutandone lo sviluppo all'interno dei loro stessi confini. Senza imporre alcunchè ... ma cercando di far comprendere i principi di una democrazia..per far crescere un primario senso laico dello Stato sociale. E' vero! Il pensiero e la mentalità orientale è spesso assai chiusa e difficile da interpretare, ma dopo gli insensati bombardamenti e gli attacchi violenti sul loro territorio, si è riacceso un odio maggiore che si aggiunge ad una cultura mentale e religiosa già di per sé difficile da sposare con i principi cristiani.
Nessuno potrebbe mai prendere le difese di chi si permette di usare violenza con atti di barbarie come quelli avvenuti recentemente in Francia...Atti che contrastano fortemente il diritto ed il rispetto sacrosanto della vita altrui...ma mi viene spontanea una domanda: “Fra il più colto e più erudito..ed il meno colto e sviluppato, chi ha le basi maggiori e dovrebbe, con prudenza e logica, sostenere una integrazione come questa che vede ogni giorno la religione mussulmana crescere a dismisura”?.. Pensare di poter isolare l'Islam fomentando odio è la più grande idiozia di questo mondo.
La problematica è di enorme importanza... nessuno dimentica le stragi, le migliaia di cristiani e di correligionari uccisi, decapitati, le efferatezze di ogni sorta che si consumano nel nome del Dio maomettano...come afferma Domenico..ma nessuno deve far finta di non vedere chi favorisce questo becero fondamentalismo fornendo risorse ed armi o bombardando all'impazzata lasciando intere regioni del medioriente in preda al terrore. Ed allora?..
Ricordiamoci che la nostra religione è di per sè vincente e non ha bisogno di doverlo dimostrare.. perchè ha in sè contenuti del "perdono" cristiano. Un principio che non lascia dubbi ad ogni volontà di integrazione sociale con qualsiasi popolo della terra.
L'errore peggiore che può farsi in questo caso è quello di prendere una posizione troppo decisa su queste due culture (occidentale-orientale) che finisce con l'arrecare maggior danno ..dimenticando il dovere di un dialogo quanto mai necessario nel rispetto di ambedue le culture...Comprendere le ragioni della fede verso un Dio diverso... per meglio interporsi attraverso un dialogo che evidenzi i principi nel massimo rispetto delle due culture religiose.
Quello che oggi si mette in evidenza è proprio la mancanza di questo dialogo e la messa in dubbio dei principi dell'una e dell'altra senza alcun rispetto per la vita altrui.
Quello che oggi si mette in evidenza è proprio la mancanza di questo dialogo e la messa in dubbio dei principi dell'una e dell'altra senza alcun rispetto per la vita altrui.
vincenzo cacopardo
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