La
degenerazione politica concepita da una mancanza di regole e ruoli.
di vincenzo cacopardo
Secondo
il direttore del giornale Alessandro Sallusti il programma di Fitto è
distruggere Berlusconi (cioè Forza Italia), quello di Cofferati è
di uccidere Renzi, Tosi punta solo a fare perdere Salvini e Alfano la
darebbe alla qualunque pur di continuare a mangiare gratis. Questo
suo quadro mette in evidenza.. da un lato.. la più che fortunata
marcia di Matteo Renzi e.. dall'altro.. una chiara difficoltà della
politica di gestione dei Partiti ormai condizionati da un'evidente
gioco di potere.
Non
smetterò mai di sottolineare l'evidenza di queste continue anomalie
generate da una chiara mancanza di regolamentazione da studiare
sull'azione dei Partiti (art 49 cost.) che dovrebbe espletarsi in una
funzione più coerente a beneficio di quella cittadinanza
espressione di un consenso: Se il fine si sostanzia nella prevalente
forzatura delle figure in seno ai Partiti e non attraverso le idee che
devono esprimersi in favore di una politica di programmi più utili e funzionali, il risultato non potrà che restare il medesimo..ossia...lotte intestine per assumere una propria leadership che col
tempo..finisce coll' imporsi attraverso l'assoluto comando di
un'unica figura.
Bisogna
invece.. che i Partiti (i quali devono determinare la guida
politica della Nazione) vengano preservati da una logica della
politica costruita attraverso dialogo con la cittadinanza ricercando
idee ed innovazione. In teoria (una personale teoria che va trovando oggi sempre più riscontro) dovrebbero occuparsi dei Partiti solo
coloro che appartengono a quel lavoro di ricerca e di analisi
dottrinale legato all’attività parlamentare in dialogo con la
società civile. Una lavoro che possa istruire in continuità nuove
idee e procedure per una più moderna politica. Essi dovrebbero
essere il comune filtro di collegamento con il Parlamento per un
programma voluto dai cittadini, poiché naturali sponsor dei
candidati e, soprattutto delle idee che si propongono.
Un
Partito deve essere una vera e propria officina di studio in continua
ricerca che non dovrebbe mai ammettere alcuna formula assoluta in
proposito: Per natura dovrebbe affrontare un lavoro in equipe
offrendo le giuste idee di confronto per ottenere un’unica vera
forza di pensiero, svolgendo così, lo specifico lavoro di
approfondimento. I componenti dovrebbero lavorare come un unico
motore di ricerca per un sistema qualitativo ed innovativo della vita
sociale, restando quanto più equiparati tra loro e, soprattutto,
senza inserirsi in alcun ruolo amministrativo.
..E
qui entriamo di logica sull'altra fondamentale riforma che dovrebbe
sostenere la divisione più netta e decisa dei ruoli.. onde evitare
il continuo compromesso tra i poteri: Potremmo tutti comprendere
quanto possa risultare anomalo l'inserimento di un'unica figura nel
doppio ruolo di colui che crea le norme e nel contempo le gestisce
come esecutore, ma nessuno.. o solo in pochi.. si pongono di fronte a
questo evidente conpromesso senza porgli una definitiva soluzione.
Nel clima attuale è fin troppo evidente l'anomalo processo di
riforme volute da chi esercita simultaneamente il ruolo di capo di un
Partito e di capo di un governo ..
Non
c'è quindi da meravigliarsi che in un quadro simile si continui ad
attuare un dannoso processo di costruzione di potere attraverso
l'imposizione di figure che non identificandosi in un qualsiasi
programma ideativo, lottano esclusivamente per accaparrarsi un potere
in seno ai Partiti (nuovi o vecchi che siano). E' una degenerazione
politico culturale determinata come reazione ad una precisa mancanza
di regole per ruoli. Oggi i Partiti restano sempre più malvisti dai
cittadini che cominciano a percepire queste anomalie separandosi con
maggior consapevolezza dall'esprimere consenso.
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