L'errore che penso si commetta spesso... è quello di credere che ogni argomento trattato dal Pontefice riguardo la società ed i suoi valori, possa essere preso come una posizione politica. Non ci si cura del fatto che l'esegesi cristiana fa parte integrante della vita dell'uomo nella nostra società: Cosa dovrebbe dunque fare un Pontefice nella sua opera di evangelizzazione ...se non attivarsi nel stigmatizzare i mali che in essa convivono?
Il tema dell'occupazione
come tema sociale sta molto a cuore a Papa Francesco che lo
contrappone all' incubo del profitto economico e quella particolare
tecnologia che sta mettendo in forte rischio lo scandire della via
umana. Bergoglio..nella qualità di pastore di una Chiesa che avanza
nel messaggio cristiano, rimane addolorato dal constatare l'enorme
massa sociale priva di lavoro e di una propria dignità dispersa
proprio per la mancanza di questo.
Molti oggi vengono
privati di una possibilità di dimostrare le proprie capacità perchè
il ritmo di questa società lo impedisce danneggiandone lo spirito.
Il Papa definisce ciò come una grave responsabilità umana e sociale
che convive nell'attività dei pochi che si arricchiscono attraverso
le regole di un mercato quasi divinizzato. A tal proposito Bergoglio
si esprime con forza sui rischi che tale logica del profitto può
portare incidendo come per imprigionare l'essere umano e rendendolo
un ostaggio.
Queste... le sue chiare
parole in proposito: Quando il
lavoro è solo in suo “ostaggio” e si distacca quindi
“dall’alleanza di Dio”, allora “l’avvilimento dell’anima
contamina tutto, la vita civile si corrompe e le conseguenza
colpiscono soprattutto i più poveri”.“La moderna organizzazione
del lavoro mostra talvolta la tendenza a considerare la
famiglia
un
ingombro,
un peso per la produttività
del
lavoro”.
Altre
e più crude le parole riportate sul Sole 24 Ore dal segretario
generale della Cei,. Monsignor Nunzio Galantino nella sua Lectio
degasperiana: “La politica non e' forse quella che siamo
stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni
personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi. La
politica é ben altro, ma per comprenderlo é inutile prodursi in
interminabili analisi sociologiche o in lamentazioni, quando é
possibile guardare a esempi come quello degasperiano».
«I
veri politici - continua il segretario generale della Conferenza
episcopale italiana, prendendo ad esempio la politica di De Gasperi -
segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché
solo da quella prospettiva che non é mai comoda, si possono
percepire grandezze e miserie dell'umanità».
«Un
popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare: il popolo è
il soggetto più nobile della democrazia e va servito con
intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una
guida. Da solo sbanda e i populismi sono un crimine di lesa maestà
di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e
che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei
passaggi della storia».
Queste
parole per quanto assai contestate da una buona parte dei politici,
segnano una strada comune con il comunicato di Papa Bergoglio. E'
inutile prendersela con chi esordisce in tal modo ..quando è sotto
gli occhi di chiunque lo stato delle cose..La politica che si sente
offesa dal peso di queste esternazioni..dovrebbe comprendere come il
suo ritmo scandisce e definisce in modo pedissequo una tendenza
sociale ed umana offendendo spesso principi e valori che non
possono non essere questioni legate ad un messaggio umano e cristiano.
Ma attenzione...quello
di Bergoglio, non potrà mai essere definito un messaggio
politico..Egli non specifica..nè avrebbe il potere di definire
regole che la politica dovrebbe, invero, apprestare: La sua rimane una
interpretazione come Pastore di una Chiesa che si muove nel.. e per.. il rispetto del sociale..attraverso valori cristiani che dovrebbero
far riflettere. A differenza..quello del Nunzio Galantino, accennando
e prendendo esempio da una precisa politica Degasperiana... rimane un
messaggio più critico e dirompente, se pur nel rispetto dei valori di una
politica più integra e umana.
Due messaggi diversi che
confluiscono in un unico fine rappresentato dalla forza dei valori
che in una società non possono mai essere mortificati da una
politica sociale irrispettosa e poco attenta all'equità comune.
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