"Una vera presa di responsabilità è sicuramente quella che in questo momento
non si scorge. Al di là del fatto che un incidente militare prima o
dopo sarebbe accaduto..in un'area di per sé rischiosa..e nella
totale confusione che in questi giorni ivi regna, quello che non
convince è il fatto che possa trattarsi di un incidente. Se era
chiaro che aerei militari russi avrebbero dovuto bombardare in
territorio Siriano passando inevitabilmente in quello spazio aereo
..quale ragione vi era di colpirli con tale convinzione? La Turchia sembra aver mostrato a
viso aperto la sua posizione antirussa e comunque poco utile e di imbarazzo per la sicurezza di un patto atlantico ..Azione pericolosa per un
conflitto già di per sé confuso e che potrebbe aggravare lo stato
delle cose. Domenico chiarisce a fondo le vere responsabilità di Obama che persevera in un territorio lontano dai suoi confini verso una lotta che non lascia vedere risultati più utili per accordi di pace.
vincenzo
Cacopardo
Era
fatale che l'incidente dovesse accadere: un caccia Sukhoi24
dell'aviazione russa è stato abbattuto perché avrebbe violato lo
spazio aereo di quel Paese. Sostengono i russi che il Sukhoi, che
volava con un aereo gemello, era all'interno dello spazio siriano,
tanto che il recupero di uno dei piloti si sta svolgendo all'interno
dei confini siriani. Il governo turco, presieduto da Ahmet Davutoglu,
stretto uomo di Erdogan, ha informato la Nato chiedendo una
consultazione d'urgenza con gli alleati.
C'è
una constatazione elementare da effettuare: in una zona piuttosto
delimitata, in questo momento, volano e bombardano aerei di Russia,
Stati Uniti, Francia, Giordania, Siria di Assad e, marginalmente
(visto che si dirigono verso le zone curde), turchi. Quindi, prima o
dopo doveva scapparci l'incidente. In realtà, un coordinamento
operativo tra "alleati" sembra esserci solo tra russi e
francesi, anche se si tratta di un'alleanza sui generis proclamata da
Putin che, con una diretta spettacolare, ha dato ordine al comandante
della flotta in Mediterraneo di comportarsi da alleato nei confronti
dei francesi. Se la guerra all'Isis e il sostegno russo-iraniano ad
Assad continueranno sulla strada attuale, gli incidenti potranno
ripetersi con conseguenze imprevedibili.
La
responsabilità primaria di quanto sta accadendo ricade sugli Stati
Uniti e sul presidente Obama: al di là della difesa della propria
strategia che Obama continua a formulare, la realtà è ben diversa.
Gli atti e i comportamenti americani testimoniano di incertezze e
contraddizioni sin qui non sanate, talché l'America è alleata, per
esempio dei curdi e della Turchia che s'è inserita nel conflitto
proprio per combattere i curdi. E, proprio a causa delle proprie
indecisioni, è stata costretta ad accettare il fatto compiuto della
presenza delle forze armate di Putin nella zona e dovrà accettare
che truppe di terra e corazzate realizzino ciò che Obama aveva
escluso con specifica enfasi: “Boots on the ground”.
L'altra
questione è la Francia, vittima e detonatore di un conflitto nel
conflitto, rispetto al quale gli stessi Stati Uniti, ma anche
Germania e Italia rimangono freddi, anzi gelidi. Il rischio che il
mondo corre è quello di una già troppo annunziata, anche da papa
Francesco, Terza guerra mondiale che, oggettivamente, per ora non
c'è.
Non
si possono aspettare le elezioni americane: la messa in sicurezza dei
rapporti tra le potenze che si confrontano sul medesimo terreno e con
obbiettivi non contrastanti è la prima priorità. Dalla coalizione
dei volenterosi occorre passare alla coalizione dei responsabili.
domenico Cacopardo
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