di vincenzo cacopardo
A
conti fatti
sembra che l'aumento dei posti di lavoro sia stato di poche migliaia di unità... e le stime del Pil non aiutano di certo la crescita. Il
Premier..con la solita presunzione che non gli fa mai difetto..
aveva da poco sottolineato una serie di dati ben diversi parlando di
300mila
in più nell’ultimo anno e di segnali di ripartenza sufficienti
osservando come il nostro Paese corre più in avanti rispetto alla
Germania.
Ma
la realtà appare ben diversa!
Dove
sono i tenebrosi pennuti così tanto paventati dall'ambizioso
Premier? Ormai ci si rende conto di quanto questo parlare a
sproposito del sindaco d'Italia sull'incremento del lavoro grazie
alle sue poco utili riforme è servito a poco e di quanto difficile sia
riprendere a crescere se non se ne attuano di più appropriate.
Sembra
ormai scontato che
le promesse sull'aumento per le fascie più deboli (ossia le pensioni
minime) non verranno rispettate. Se a ciò aggiungiamo che della
crescita promessa dal Premier fissata tra lo 0,8% e l'1,5% nel 2015
non ne vedremo l'ombra, temendo, al contrario, che vi possa essere un
segno meno e possimo renderci conto di come le parole di Renzi
rimangano ancora aria fritta.
Mancano
riforme strutturali più
adatte e i tanto declamati 80 euro al mese.. come l'osannato “job's
act”...non sembrano aver prodotto alcun beneficio alla spinta
economica del Paese. L'economia non funziona ma si continua a dare
ancora credito al giovane Premier che con la solita aria gradassa
continua a dare risposte assicurative. Si continua a cercare un capro
espiatorio sulla governabilità sicura e la certezza della loro
durata...dimenticando l'importanza di alcune scelte strutturali non
del tutto appropriate.
Pare
al contrario..
assodato che l'intervento di Draghi con l'immissione di sostanziosi
finanziamenti e l'incremento dell'esportazione dovuta al ridotto peso
dell'Euro,,e persino.. la diminuzione del costo della materia prima
come il petrolio, rappresentano l'unico vantaggio di questa debole
economia nazionale voluta tutta in forza a principi non esattamente
in linea con il bisogno di una economia reale più di sostanza.
La
strada proposta dal sindaco d'Italia non
appare dunque solida..anzi sembra pian piano presentarsi piena di
enormi ostacoli ed offrire speranze solo effimere. In questo percorso
assai azzardato..non sapendo dare altre risposte e rimanendo privi di
vere idee innovative, si è sempre teso a dare la colpa unicamente
alla mancanza di una governabilità sicura, finendo col trovare
sempre ragioni per incidere sfavorevolmente sui principi essenziali
di una democrazia, ma mai sui possibili errori supportati
dall'ambizione delle figure e dalla loro mancanza di umiltà rispetto
alle difficili problematiche esistenti.
Siamo
dunque gufi...o aquile che volano più in alto?....
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