21 mar 2016

PD..un Partito divorato al suo interno

di vincenzo cacopardo
Già da tempo vi è una forte polemica all'interno della maggioranza e minoranza del Pd, qualcuno pensa al periodo d’oro dell'Ulivo..qualche altro dimentica di pensare..ma sembra chiaro che una sinistra italiana non esiste più..E' stata divorata dalla corrente della ex Margherita che l'ha ingoiata quasi del tutto..producendosi in un centrismo oltre misura che lo vede ormai sulle linee di una vecchia corrente DC. 

Domenico Cacopardo in un recente articolo ci spiega che nella realtà i governi dell'Ulivo sono stati due: il Prodi 1 (1996-1998) e il Prodi 2 (2006-2008). “Ma cos’era l’Ulivo? Era la coalizione di excomunisti (DS) ed exdemocristiani (Margherita) cui si associavano tutte le altre sigle che popolavano la galassia della sinistra nazionale. La cifra più significativa di questa formula era la rissosità, visto che ogni questione interna e internazionale provocava una serie interminabile di distinguo e di dissociazioni, sino a quella di Bertinotti, nel 1998, che determinò la caduta del governo, e a quella di Mastella che, colpito per via giudiziaria dall’iniziativa del sostituto procuratore Luigi De Magistris e non sostenuto dal primo ministro, si dimise provocando la dissoluzione della formula politica e nuove elezioni che dettero la vittoria a Berlusconi.”

Dopo la stentata vittoria di Bersani (politico onesto, ma senza un forte carattere) che ha visto poi cedere il premierato a Letta per poi passarlo a Renzi, la politica all'interno del Partito ha visto un andamento in direzione della vecchia Margherita (dove risiedevano figure e progetti di matrice democrisitana).. inchinando il Partito in favore di un renzismo sempre più esasperato.

Riguardo a Bersani quindi... credo che il suo vero problema sia l'incoerenza con le proprie idee: Bisogna saper essere coerenti con se stessi prima che col prossimo o con un partito... soprattutto quando si è un esponente politico.. Quello che più conta è la fedeltà col proprio pensiero! A che vale esprimere il proprio modo di pensare per poi seguire gli ordini di una maggioranza di un partito che impone di pensarla in tutt'altro modo? Quindi ci si dovrebbe allontanare definitivamente da quei principi che non si condividono combattendo per contrastarli. Questa regole è fondamentale e resta legata ad un altro principio che regola i rapporti col proprio elettorato: E' sbagliato dire che non vi è un vincolo di mandato per poi restare soggiogati al volere di un Partito, ma è ancora più sbagliato non pensare che...quel che maggiormente conta... è mantenere fede ai proprio modo di pensare. Questo rimane il vero vincolo per un politico che ama le proprie idee ed i propri principi per i quali è stato promosso da un elettorato. 

Per quanto riguarda il PD ..infine..con l'odierna politica di marcata ed assoluta determinazione accompagnata dalla sovrabbondante comunicazione messa su da Renzi..sarà difficile non possa frantumarsi nel tempo breve. L'attuale crisi politica tocca da vicino questo grande contenitore di consensi che appare ormai come la rifondazione di una logora DC che tanto piaceva nel dopoguerra e negli anni del boom, ma che oggi pare interpretarsi come un blocco verso l'idea di innovazione per un vero cambiamento funzionale.














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