“Dopo
che il suo governo ha trascurato per lungo tempo il sud e si è
trattenuto una gran quantità delle sue risorse..il premier ostenta
nuovi risibili “patti”
per
Palermo e Catania"
di vincenzo cacopardo
Si
vocifera di una prossima apparizione in terra siciliana del premier
Renzi. Secondo le
voci il premier verrebbe per la firma di un “patto” in favore di
Palermo e Catania
visitando entrambe le città. Non
si sa quale sia la sua vera intenzione, ma..in previsione di un patto
da stabilire che potrebbe portare risorse (più che le solite
parole).. si prevede di certo il solito prostrarsi delle figure
amministrative (presidente della regione e i due sindaci dei capoluoghi più
importanti in testa) pronti e genuflettersi di fronte a chi, con la
forza del suo esecutivo, ha invero finito col trattenere, quelle
risorse che.. per fondamentale logica.. avrebbe dovuto ritornare allo
stesso popolo siciliano e con il quale oggi prevede, con la usuale
dose di opportunismo, il concludersi di nuovi “patti” .
Le
parole di Renzi suonano come le solite voci propagandistiche: "Per
troppi anni l'italia ha buttato via fondi europei anche perché la
riforma del titolo V e l'eccessiva frammentazione burocratica hanno
impedito di spendere questi denari, che pure sono cruciali per la
ripresa della nostra economia. Firmiamo degli accordi con le singole
regioni e con le principali città del sud. Impegni scritti,
reciproci. Così noi controlliamo loro, loro controllano noi: e i
cittadini controllano entrambi.”
Questo
suo intervento verbale è accompagnato dalla promessa di fondi diretti alle città di Palermo e Catania (che
sembrano limitarsi a cifre di poca evidenza in considerazione delle
molteplici difficoltà fino ad oggi irrisolte) ..ma la dialettica del
Premier rimane quella magniloquente di sempre.. mai priva di un consueto opportunismo: Dopo due anni del suo governo in totale
assenza di interesse verso l'isola ed in previsione di un futuro
politico difficile da scorgere, Renzi cerca di accontentare come può la Sicilia.. facendo apparire questo suo intervento per le due città dell'isola come un nuovo particolare “patto” verso la rinascita del
sud. Un sud che in realtà meriterebbe maggiore e più appropriata
attenzione in senso progettuale..Ma quale nuovo patto o impegno utile
potrà mai essere risolutivo e concludente senza un adeguato
programma studiato in favore di un'economia del meridione? ...
Questi invece.. i pesanti dubbi...che dovrebbero far meditare i cittadini siciliani:
“Sembra
che il governo nazionale, nell’ultimo anno e mezzo, abbia
astutamente sottratto alla Regione siciliana oltre 10 miliardi di
Euro. Per
la ragione che i fondi strutturali dell’Unione Europea (cioè i
fondi destinati alle Regione ad Obiettivo Convergenza come la
Sicilia) funzionano a rimborso: Se la Regione li
anticipa..successivamente l’Unione Europea, (dopo che le risorse
sono state spese nel rispetto degli obiettivi programmati), li deve
erogare, restituendo alle Regioni i fondi che le stesse Regioni hanno
anticipato. Per
essere precisi va sottolineato che, ai fondi dell’Unione Europea si
aggiunge il cofinanziamento dello Stato. Nella Programmazione
2014-2020, ad esempio, lo stanziamento per la Sicilia ammontava a 4,7
miliardi di euro circa: di questi,2,7 miliardi di Euro sono carico
dell’Unione Europea e 2 miliardi di Euro è la quota di
compartecipazione dello Stato.
Nel
2013, solo di accantonamenti, tolti dal Bilancio regionale 915
milioni di Euro. Nel 2014 tolti alla Regione un miliardo e 150
milioni di euro più 200 milioni di euro per il pagamento degli 80
Euro in busta paga ai dipendenti con meno di mille e 500 Euro al
mese(geniale trovata di un premier attento a propagandare la propria
immagine) A
tutto ciò bisogna aggiungere altri scippi come l’IVA e L’IRPEF
maturati in Sicilia e trattenuti a Roma in modo poco lecito e i
soliti 600 milioni all’anno della sanità. Ricordiamoci anche di
come si sono enormemente ridotti i trasferimenti ai Comuni siciliani.In
tutto ciò pare esservi una palese responsabilità politica del
presidente della Regione Rosario Crocetta..poichè, avendo firmato
nell’estate del 2014, con il governo Renzi un accordo-capestro in
base al quale la Regione siciliana rinunciava, per quattro anni, agli
effetti positivi di alcuni pronunciamenti della Corte Costituzionale
favorevoli alla Sicilia in materia di contenzioso Stato-Regione,
rinunciava di fatto agli effetti positivi di una sentenza sulla
territorializzazione delle imposte che avrebbe fatto affluire nelle
‘casse’ della Regione oltre 4 miliardi di Euro. Il presidente
della Regione ha dimostrato in tal modo di tutelare le esigenze del
governo Renzi piuttosto che gli interessi di 5 milioni di siciliani.”
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