Il
combinato che scombina
di vincenzo cacopardo
L'errore
è quello di dare per scontato che il bicameralismo paritario debba
superarsi in forza di sistemi maggioritari ed un bipolarismo che ha
per fine un più comodo bipartitismo. Comodo..ma anche sterile.. poiché senza dinamica
parlamentare si spegne in realtà ogni dialogo e la forza di una vera politica. Se il bipolarismo nel
passato ha fallito..si prosegue oggi per la via imperativa del
bipartitismo! Questo avviene perchè si parte dal preconcetto che la
governabilità debba essere assicurata a prescindere e non ricercata
con metodo. Questo principio, ormai imposto da una Comunità Europea globalizzata, impedisce oggi ogni possibile altra
ricerca verso l'innovazione politica.
Oggi
Matteo Renzi insiste con le sue frasi ad effetto ..l'ultima sembra
essere quella che “col bicameralismo paritario si ostacola il
bipolarismo”. Questo è ovvio! Ma è di tutta evidenza che il
lavoro che lui sta conducendo non mira esattamente ad un sistema
“bipolare” quanto, invece, ad un “bipartitismo” che metterà
a tacere ogni possibile minoranza...e quando la minoranza è
costretta a tacere.. si svilisce ogni dialogo e persino le idee: Un
sistema che tutti sanno essere di grande utilità al governo di turno
e da ostacolo ad una democrazia parlamentare. Quindi in realtà
quella che si vuole sopprimere è proprio la democrazia parlamentare!
Era
naturale che il bicameralismo paritario chiamato, forse a torto,
“perfetto”
andasse innovato..Ma non di certo mortificato con fretta e
superficialità!
La
Costituzione regola i principi della nostra Repubblica e deve
per forza essere riformata attraverso una assemblea costituente..Una
Costituente necessita di una rappresentanza proporzionale. Approvarla
su ordine governativo e con il metodo maggioritario da un Parlamento
eletto in modo anomalo...significa non percepire il suo vero significato intrinseco.
Ma
allontanandoci da ogni giudizio sul metodo, poco ortodosso, col quale
ci si è mossi.. e restando nel merito.. è certo che nessuno dei
politici.. oggi presenti nelle istituzioni..( non di meno gli
illustri saggi).. abbiano voluto spingersi nella ricerca di poter percorrere una diversa strada attraverso uno studio più
profondo:
Era forse più giusto che si andassero a dividere i ruoli delle
Camere
invece di cercare di sopprimere per poi non sopprimere! Sarebbe
stato utile diminuire in ambedue il numero dei parlamentari con i
conseguenti risparmi, nondimeno un principio per assegnare ai
senatori un ruolo differente.. senza togliere loro l'autorevolezza di
una loro personale nomina attraverso una votazione poplare. Occorreva assegnare loro un
compito più diretto in contatto con le
amministrazioni comunali.. che oggi rappresentano di certo un peso
importante in tutto l'ordinamento politico istituzionale. Da ciò ci
si sarebbe dovuti muovere in direzione di una
vera differenziazione dei ruoli, assegnando loro quello amministrativo.. per cercare di abbattere anomalie e
conflitti
con il compito per una Camera dei deputati di legiferare in modo
distinto e separato. Quindi senza alcun bisogno di fingere di
eliminare una Camera senatoriale che di per sé sarebbe potuta essere
risolutiva e funzionale ad un diverso scopo. Se a ciò aggiungiamo il
combinato disposto con la nuova legge elettorale Italicum, ci
accorgiamo di quanto poco si sia tenuto conto delle ulteriori
malformazioni che si vengono a generare: Anche
se l'insieme non portasse alla (più volte declamata) “deriva
autoritaria”, lascia intravvedere irrisolto il problema di un
equilibrato funzionamento
dell'ordinamento istituzionale in una società che si dichiara ancora
democratica.
Un
altro dei problemi che si rileva in questa riforma pasticciata è il
fatto che non ci si sia impegnati a fondo a guardare con più
attenzione in direzione di un logico funzionamento che ogni sistema
democratico deve tenere in considerazione e cioè: Che in
democrazia tutto deve nascere dal basso confluendo verso l'alto(Cittadini-Partiti-Parlamento-Governo)..Una considerazione che
dovrebbe vedere nei programmi e nei Partiti che li supportano.. una
base di partenza sulla quale muoversi in direzione di una governabilità di
funzione e non di scopo personale. Ciò significava avviarsi in
prima battuta su una prudente ed avveduta riforma sui
Partiti...rendendoli più partecipi e responsabilizzati ( finanche
non legati ad interessi sull' amministrativo)
Quindi
in realtà non è proprio la riforma (assai poco convincente e
pasticciata) che non convince, quanto il mancato indirizzo verso
un vero funzionamento democratico..Un indirizzo che non si è
voluto ricercare in modo più equilibrato e confacente alla natura
politica del nostro Paese. E' mancato il vero obiettivo.. sia per la
smisurata fretta..che per la supponenza imposta.
Con
tutto il rispetto per chi la pensa per il SI.. che ha tutto il diritto
di esprimersi come vuole ed al di là di ogni riferimento alla figura di un premier che si propone a favore della sua riforma, le circostanze per la quali si
muove un fronte dei NO è supportato, oltre che da una considerazione
di metodo assai imbarazzante (mancanza di una assemblea Costituente per una maggiore partecipazione)..anche da
quella di una assenza verso nuove idee in proposito: Come se
avessimo perso il treno adatto per raggiungere quel traguardo tanto
agognato...La prova di tutto ciò sta proprio nelle parole dei tanti
politici che propongono quel SI e che oggi insistono con la retorica frase : “meglio
questo che nulla”! Una frase che la dice lunga sulla superficialità
con la quale si pensa di poter riformare una Costituzione.
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