di vincenzo cacopardo
«La condanna più radicale di ogni forma di odio è la preghiera per le persone colpite». Queste le parole di un Pontefice che non pronuncia.. per opportunità.. la parola «Isis» o «Daesh»
Nel
2014 Papa Francesco avvertiva: «È bene tenere una porta aperta
per il dialogo con l'Isis, anche se penso che sia impossibile» .
Ma oggi il Pastore della chiesa cristiana a cui viene rivolta
violenza non sembra trovare parole per discutere della ferocia
jihadista. Francesco rimane silenzioso e riflessivo anche di fronte
ai discorsi minacciosi del Califfato sperando che questa guerra che
comprende tutto il mondo possa risolversi motivando un Islam
moderato. Naturalmente il Papa non è un politico, nè uno stratega
della diplomazia, ma dal suo punto di vista cristiano non può che
sollevare un dubbio sulla mancanza di ogni possibile dialogo a fin di
bene e per la pace del mondo intero.
Sappiamo
che Francesco, ha riallacciato i rapporti con le massime autorità
sunnite e ha dialogato per molto tempo con il governo sciita iraniano
nella speranza di abbattere quella violenza ideologica
fondamentalista. Ma la domanda che tanti si pongono in merito.. è
quella di non poter intravvedere alcun dialogo con la cosiddetta
comunità islamica moderata se loro stessi non condannano in modo palese gli
ultimi episodi di sangue messi in atto che hanno sconvolto
l'Occidente.
Sembra
chiaro...altrimenti.. che non potrà esservi alcun dialogo. Se Papa Francesco può intervenire e biasimare, il suo messaggio non potrà mai essere completo quando esitano a farlo i
musulmani cosiddetti moderati. Francesco, pur non condannandoli esplicitamente, ha sempre definito i terroristi come uomini che hanno
perso ogni visione di Dio: “Accecati dal dio denaro e
dall'odio, sono giovani che non hanno più degli ideali, plagiati da
chissà quale mente criminale».
Se
il Pontefice non punta in modo esemplare il dito contro il preteso
stato islamico non è certo per paura o per voler nascondere
ancunchè..Al contrario che nel privato, dove la condanna rimane
palese, il suo resta un modo per
cercare di non creare ulteriori motivi e ritorni di efferatezze sui
cristiani nel mondo. E' chiaro che la sua non può che essere la
volontà di chi crede in una speranza...la speranza verso i tanti
terroristi perchè possano ritrovare quella ragione persa nei
riguardi della vita propria e quella altrui.
In
un certo senso Papa Francesco.. col suo verbo cristiano.. grida al
mondo l'importanza di non continuare col muro contro muro in una
lotta continua che potrebbe non avere mai fine.. ricercarcando quel
dovuto dialogo nei luoghi dove ancora un certo Islam sa e vuole
ragionare in nome di un mondo e di una vita in comune. Un messaggio
che spesso rimane non compreso da chi lo giudica come un
predicatore che va oltre al suo dovere di Pastore della chiesa e sempre debole contro i terroristi.. In realtà non è proprio così.. Francesco esprime solo benevolenza ed amore per tutti gli uomini, ma anche timore per la loro mancata pace.
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