di vincenzo cacopardo
L'11
Giugno ha incoronato ancora una volta Leoluca Orlando sindaco di
Palermo. Un risultato abbastanza scontato sia per la soglia al 40%
(che al primo turno evita il ballottaggio) ..sia per la figura
opposta di Ferrandelli e quella del candidato del M5Stelle non
proprio adatte ad opporsi al più conosciuto ed esperto professore che per la
quinta volta siederà a capo dell'Amministrazione comunale.
Qualunque
commento in proposito sulla debacle dei 5Stelle condotto dalla stampa
si ferma qui..poichè le elezioni amministrative si basano sulla
persona che deve guidare la giunta e non sulla politica in generale.. ed Orlando in
proposito risulta di certo il migliore dei tre. L'unica cosa che
risulta meno convincente è la legge sul primo turno preordinata sulla soglia del 40% (eccentrica legge unicamente predisposta per la Sicilia) e che, se messa in confronto con l'affluenza dei votanti (52/53%) lascia
forti perplessità su come si possa condurre una Amministrazione di
uno dei comuni più importanti del Paese in minoranza rispetto alla
cittadinanza dei diritto al voto.
Una
considerazione che viene spontanea è quella che può esprimersi nei
confronti del cittadino palermitano che per mentalità ed
opportunismo.. o anche per indifferenza... non sembra portato al
cambiamento e continua a limitarsi sulle figure del passato (vedi
anche Le elezioni a Trapani) legate alla vecchia DC. Invece di far
passare una legge sul limite del 40%..la Regione avrebbe potuto
mettere in atto un'altra legge che potesse prevedere un limite ai
mandati, aiutando il crescere di nuove figure: Una politica locale
che sembra essersi fermata, che non rischia e non azzarda e che
continua a riscontrarsi solo in termini di sicurezza sulle figure del
passato...
Non
è nemmeno azzardato pensare che, visto il successo di Orlando, di
cui lo stesso PD se ne fa merito senza che vi abbia messo alcun simbolo,
possa predisporsi per le prossime nazionali...continuando ad occupare
a vita spazi che dovrebbero essere lasciati a nuove personalità.
Caro Vincenzo,
RispondiEliminaStima e affetto personale a Luca Orlando e auguri per lui e per la nostra città. Condivido la tua osservazione sull'immobilismo di Palermo e sulla decadente accettazione di un degrado economico e sociale. La situazione mi sembra abbia alcuni connotati:
- Non si mette a fuoco adeguatamente che da noi è in crisi la SOCIETà CIVILE, cioè la presenza di soggetti della società che intraprendono, rischiano, innovano, mettono a frutto le loro risorse culturali e le risorse disponibili dell'europa e di altri luoghi.
- Sembra che il lavoro lo debba dare il Comune o la Regione, stabilizzando, dando sussidi e facendosi carico di servizi che meglio sarebbero gestiti dalla società civile.
- Lo stesso Orlando si vanta della RAP che sarebbe l'unico esempio in Italia di azienda interamente comunale per la gestione dei rifiuti. Meglio sarebbe dire che proprio perché in mano al comune svolge i "servizi" che tutti conosciamo e costa molto più di appalti a soggetti della società. Non dimentichiamoci dell'AMIA che è fallita, da tutti i punti di vista.
- Ma il discorso è analogo per l'AMAT, per la gestione degli impianti sportivi comunali (in particolare la piscina), ecc.
- Inoltre c'è un'assenza di politiche per la famiglia, che è vista sotto il profilo assistenziale ma non come risorsa sociale; quando poi non è degradata a semplice coppia di fatto..
- In sostanza la "politica" di Orlando è, ripeto, in contrasto con le esigenza di crescita di un tessuto sociale, imprenditoriale e civile, vitale. Prova ne è l'emigrazione dei nostri giovani che qui, appunto trovano il deserto, la sfiducia e una visione pessimistica del futuro.
- A questo si aggiunge il ricatto della mafia e della mafiosità. L'imprenditore che guadagna è mafioso; i privati che hanno iniziativa sono sospetti di collusione con "interessi forti". Il cittadino "buono" è dipendente pubblico o pensionato. La magistratura deve spazzare via coloro a cui vanno bene gli affari perché sicuramente sono collegati con la mafia (o con Cuffaro o con Berlusconi..).
- Essere meridionali è un peccato di origine, una condizione di minorità, che però puoi lavare, espiare e redimere con una lunga e anonima permanenza al nord, dove è logico che si facciano le infrastrutture. Al sud basta la natura, i cibi e il sole, e già è abbastanza. Niente ponte, niente alta velocità, niente fibra,... perché finisce in mano alla mafia.
Scusa per lo sfogo..
Affettuosamente
Michele
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RispondiEliminaSe alle prossime elezioni non andiamo al governo, lascio per sempre questo schifo di nazione e che l'italia bruci, come si dice muoia Sansone e tutti i filistei
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