7 lug 2017

Se anche Franceschini abbandona Renzi...

(Cosa non del tutto improbabile)
di vincenzo cacopardo

Adesso rimane perplesso anche il ministro Franceschini che sul tema delle alleanze non sembra proprio d'accordo con lo stesso segretario del PD-. Secondo Franceschini senza alleanze non si potrà mai creare una maggioranza e senza di questa non si riuscirà a governare! Niente di più scontato e giusto, se non fosse che lo stesso Renzi pare ogni giorno voler correre da solo...Per il ministro è giusto che si parli pure di contenuti ..ma soprattutto di alleanze..per poter trovare un accordo sulla governabilità del Paese. Contrapporre le due esigenze rimane un errore!

Più che quello dello “ius soli”... il tema odierno del PD pare essere un “currere solus” del segretario che, se dovesse perdere anche il favore della corrente di Franceschini, rimarrebbe in un deserto dove solo in pochi potrebbero ancora sostenerlo.

Per cui il tema delle alleanze viene portato alla ribalta dal più forte sostenitore della linea politica renziana in seno al PD. Ma Renzi sembra non porvi attenzione correndo e soffermandosi con maggiore attenzione verso le sue riforme.. ritenendo sprecato il tempo per discutere di possibili alleanze all'interno del Partito. Pare più accondiscendente con un percorso popolare, ed anche un pò populista, spingendo tutti a ragionare sugli interessi dei cittadini e chiudendo ogni contatto con Democratici.

Dopo aver governato per ben tre anni adesso pone l'attenzione sullo “ius soli” e sul tema dell”'immigrazione” come fossero argomenti solo odierni.. la cui soluzione..a suo dire.. ci impegnerà per parecchi anni. Ma questi temi non si ponevano anche durante il suo lungo governo? Non pare proprio che il suo esecutivo vi abbia posto l'impegno necessario e l'attenzione dovuta!.

La linea politica di Renzi mette in allarme lo stesso Franceschini che comincia a percepire una certa preoccupazione, amplificata dalla furbizia di un segretario sempre da lui sostenuto, che...malgrado le recenti batoste, appare troppo dedito a riproporre riforme dimenticando l'importanza strategica delle possibili alleanze. Ciò non può che porre preoccupazione per il futuro di un Partito ancora condotto dalla presunzione di chi ritiene di poter dettare proposte riformiste nella massima fase di sgretolamento di una organizzazione politica storica che continua a perdere consensi.



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