“Se
tanti politici che oggi si dichiarano coscienti e consapevoli non sono in
grado di dare un senso alle parole “crescita ed innovazione”, si
può allora pensare che restino volutamente immobili spettatori per
un proprio beneficio ..ma se anche.. non percepissero il valore
stesso delle idee, poiché per loro incomprensibile, la loro figura
apparirà come quella di parassiti in un sistema sempre più
malato. “
di
vincenzocacopardo
Il dato di fatto è che la
governabilità odierna viene sempre più spesso ricercata attraverso
un consenso con l'uso e l'abuso di qualsiasi maggioranza...
determinando di continuo una politica priva di idee positive. La
ricerca di una “maggioranza”.. ormai imposta dal procedere
pragmatico di una certa politica... continua a reprimere ogni
prospettiva in direzione di un'utile progettualità: Si definiscono governi di occasione
dettati da una classe politica che si muove spesso per
immutabili regole e che trova nell'opportunismo il suo fine senza
alcuna responsabilità. Alla base di ciò è più che logico
pensare che ogni governabilità non può che essere costruita dal
basso giacchè è proprio il popolo che deve determinarla onde
evitare precise responsabilità dei singoli politici
parlamentari.
Il
riferimento ad un pragmatismo accentuato che si è diffuso ed ha proliferato in gran misura anche nella politica odierna..ha una sua ragione valida: A differenza
che negli anni della ricostruzione del dopoguerra e quelli del boom..
fino all'inizio degli anni ottanta..la politica seguiva un processo
di cultura sociale fondato sui valori e sulle vere esigenze di un
Paese a regime democratico: I valori prevalevano ed aiutavano pur sempre accompagnati da un percorso reale fondato su una ricerca al fine di una utile progettualità. Via via questo processo, con la perdita
definitiva dei valori, ha assunto un aspetto sempre più asettico
condizionato prevalentemente dalla pratica delle regole e dei principi.. inducendo la stessa politica a subire più che ad ispirare e
suggerire.. Un processo che ha finito con l'assumere
sembianze ciniche sempre più spietate e che sembra oggi aver portato verso prevalenti interessi di
parte. Una politica che ha finito
con l'essere mentalmente imbrigliata e tanto condizionata... da
mettere in primo piano solo un nesso con la realtà delle regole.. sminuendo ogni
riferimento verso ideali ed inventiva...perdendo di fatto ogni
rapporto con le necessita del contesto sociale.
La
speranza di una crescita senza idee e creatività sembra essere
seriamente compromessa da questo enorme ostacolo posto da una forma
mentale ormai proiettata in direzione di una visione forzatamente
realistica delle cose che si riflette inevitabilmente sui rapporti
reciproci, sul lavoro e di conseguenza anche su una cultura politica.
..Ed ecco
che allora potrebbe sorgere il ragionevole dubbio se, questa forma
mentale, non potrebbe essere sostenuta da poteri forti che frenano
volutamente il cambiamento in direzione di vere e significative
innovazioni sociali, per la paura che lo stesso mutamento possa intaccare ogni loro personale interesse.
Se
i grandi luminari della economia non fanno che dettare il loro
programma in una visione che per loro non può che essere realistica e
concreta, la politica non può permettersi di sottostare a qualunque tipologia di programma economico, ma deve analizzare per guidarlo in una società
che reclama una più equa gestione economica al servizio e per il benessere della
comunità...poiché nella visione di una politica entra il sociale.. con i relativi rapporti, il lavoro, lo sviluppo, il welfare etc. E' ormai chiaro che non può
essere l’economia a dettare i principi alla politica di ogni Paese,
ma viceversa.
C'è
quindi da chiedersi se il forzato uso del pragmatismo..continuando a
frenare lo sviluppo delle idee... non abbia portato inevitabilmente a
quella visione ristretta e cinica che non potrà mai agevolare alcuna forma di innovazione sociale...facendo prevalere di forza l' economia finanziaria.
Dissento dall'uso in questo modo del termine "Pragmatico" pragmatico è colui che agisce limitando la sua azione a quello che è possibile nella realtà in cui vive. I nostri politici sono manager in carriera e per loro conta solamente la difesa o l' avanzamento nella gerarchia. Non è pragmatismo sono guerre fra cortigiani
RispondiEliminaNaturalmente il mio riferimento è inteso(come evidenziato) verso quell'eccessivo uso del pragmatico spinto dai rigidi regolamenti e dai principi.. Di quel modo di procedere che sminuisce l'azione delle idee..e sotterra i valori..Ma capisco anche che è difficile da comprendere da parte di certi lettori..E' più un dialogo legato ad una certa filosofia che meno interessa il lettore..
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