di vincenzo cacopardo
Piero
Grasso, nuovo pioniere di un Partito dal nome “Liberi Uguali”..
presenta il suo simbolo nella trasmissione di Fazio... dove
l'aggiunta di qualche fogliolina che trasforma la I in E, ha
scatenato una grande bufera: Questa storia delle foglioline pare aver
fatto infuriare una certa platea femminile con commenti indignati
poiché apparsa come una mortificazione verso le donne.
In
breve, queste foglioline, potrebbero rappresentare le foglie di fico
di Adamo ed Eva poste per coprire le vergogne. Insomma.. per questa
platea.. sembra essere l'immagine della vergognosa situazione delle donne nel
Paese che combattono per la parità.
Ed
ecco scatenarsi la retorica sulle donne che in realtà di diritti in
questa odierna società ne hanno acquisiti notevoli. Con tutto il
rispetto per ogni essere umano e dei suoi preziosi diritti ..la
storia della “parità di genere” per principio.. continua a
convincere poco... in quanto nella nostra società .. tra uomini e
donne la vera distinzione dovrebbe farla il merito!
Ma
al di là di ciò e non soffermandoci sulla ostentata presentazione
del simbolo... nella trasmissione si è assistito ad un dialogo in
cui lo stesso Grasso, con i suoi tentennamenti, gli indugi ..ed una
dialettica non proprio politica, ha dimostrato tutte le riserve circa
un ruolo di leader che di certo non gli si calza: Se per la sua
figura potrebbe andare bene un ruolo istituzionale, lo stesso non può
dirsi sulla conduzione politica di un Partito dove sia Bersani che
d'Alema dimostrano ben altre capacità.
Sappiamo
che la figura di Grasso è stata proposta ed affermata quasi a scopo
di marketing in favore di una politica in cui nomi come gli stessi
D'Alema e Bersani, appartenenti al passato, non possono più attrarre
i consensi necessari: E' stata più una promozione basata volutamente sull'immagine!
Tuttavia
se l'operazione di scissione avvenuta in questi ultimi anni dal PD
si è quasi ritenuta necessaria per la prepotenza del segretario
Renzi, la manovra della nomina di Grasso a conduzione della nuova
formazione non può risultare strategicamente positiva
per tutta la sinistra nel suo complesso: Nominare un Magistrato alla guida di
un Partito non può che scatenare ulteriore rabbia, acredine e persino pretesti.. da
parte di un popolo che nel centrodestra combatte per una politica non
intrigata con personalità appartenenti o appartenute alla
magistratura.
Si
prospetta quindi una reazione ad una azione di nomina di un
personaggio a capo di un Partito (appartenente o appartenuto al mondo
della giustizia) non per la personalità stessa della figura mai
messa in dubbio, ma per ciò che ancora potrebbe rappresentare per un
ruolo dove una certa impostazione mentale non dovrebbe, ne potrebbe..
mai coesistere.
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