11 apr 2019

SALVINI, DIMAIO.. ED IL CONTRATTO..



NON SI SCORGE UNA POLITICA DI INNOVAZIONE
Il cambiamento è come un treno che corre e che passa di rado ..bisogna saperlo prendere a volo e guidarlo senza tentennamenti!

di vincenzo cacopardo

"Basta banchieri, burocrati, barconi e buonisti","prima gli italiani"! Noi non abbiamo giornali e opinionisti e professoroni, ma abbiamo il popolo che ci ha votato..
Per Salvini sono i soliti slogan che catturano di certo l'interesse dei cittadini, e che tuttavia rimangono spesso parole poiché nei fatti è sempre un'altra cosa. E' un'altra cosa mettere in atto una politica per il proprio popolo quando mancano le risorse, è' un'altra cosa quando ti scontri con una realtà sociale come quella che fino ad oggi si sostiene attraverso una globalizzazione..una economia e certe regole internazionali difficili da smontare..almeno di poterle affrontare con quel particolare equilibrio che proprio il capo della Lega non pare avere nel suo DNA.

Il leader della Lega sostiene che ciò che interessa è "essere famiglia e portare il cambiamento in Europa”. Ma il cambiamento potrebbe trasformarsi in una parola generica se non intrapreso con l'uso di un particolare equilibrio. Al contrario...Salvini tende a spaccare un pensiero e non a ricercarlo attraverso una riassunto equanime. La sua narrazione è sempre più spesso tagliente e pare non porre mai alternative. Tuttavia la persona non è per nulla manchevole di quell'intuito politico di furbizia.. e nella comunicazione sa bene come incantare il suo popolo. Questo non può fare di lui una figura politica completa: Se a volte nel merito potrebbe avere ragione (vedasi il caso Diciotti) non lo stesso può dirsi nell'ottica di un sistema giuridico procedurale. Impegno ed energia, sono la sua forza e con l'aiuto della reta riesce ad esaltare gli animi dei più suscettibili indossando divise..

A differenza di lui.. Di Maio (che oggi potrebbe persino apparire come avverso all'interno dell'organizzazione del suo Movimento), si muove con maggiore accortezza e ne paga un prezzo poiché la sua cautela finisce col non rendere consensi nella politica odierna dove si adora il mito dell'uomo forte e deciso. Il leader dei 5stelle sconta fortemente il prezzo di alcune regole all'interno della organizzazione che appaiono limitative, costringenti ed a volte persino fin troppo imbarazzanti:Il doppio ruolo di leader del Movimento e quello governativo.. in un certo senso..non può aiutarlo. Le logiche dei valori dei pentastellati sembrano contrastare nettamente con la illogica dei loro principi organizzativi ed il loro modo di interpretare la funzione politica. Nel suo incedere politico, Di Maio sembra comunque molto migliorato rispetto all'inizio della sua scalata in seno al Movimento essendo stato costretto a ravvedersi su alcune dichiarazioni, ma quale politico non lo è stato nel passato?

Fra i due leader vi è stato posto in mezzo un contratto (un contratto non proprio deciso dal popolo, ma da due forze politiche messesi insieme per governare che vantavano due evidenti diverse posizioni). Man mano non si potevano che scorgere le differenze. Diversità che non hanno portato ad una vera sintesi positiva, ma ad un disagevole “do ut des”: Una sorta di ricatto che non può che innervosire lo stesso popolo del consenso.

La via del cambiamento pare quindi essere stata arrestata da questa unione politica scaturita da una legge elettorale non esattamente completa nei suoi principi proporzionali. Si avvicina un nuovo bipolarismo di cui poi torneremo a lamentarci..con un ritorno alle due contrapposte posizioni che incanteranno il popolo con la loro retorica ideologica...come un giro della giostra andato a vuoto per la mancanza di nuove forze moderne progressiste che ancora non si scorgono..Si ritornerà al passato avendo perso l'occasione di una vera innovazione della politica. Il cambiamento è come un treno che corre e che passa di rado ..bisogna saperlo prendere a volo e guidarlo senza tentennamenti!

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