2 apr 2021

RIFONDARE UN PARTITO

 

Un Movimento in trasformazione identitaria appeso al credito di immagine dell'ex premier


Rifondare un Partito! .. Che in realtà ancora non lo è.. e che sembra rimasto in balia di una organizzazione non organizzata. Il compito di Conte non sembra per nulla facile e malgrado si possa stimare l'avvocato professore per la sua volontà di immedesimarsi con costanza nella sua nuova attività politica, il suo rimane un impegno più arduo che mai!.
Vi sono motivi storici oltre a quelli organizzativi che influenzano negativamente sulla volontà di rifondare un Partito non partito. Quelli della sua natura organizzativa hanno sempre difettato rendendo il movimento incapace di occupare in modo strutturale tutto il territorio, malgrado ne avesse il tempo e l'opportunità di farlo. Quelli storici-identitari invece si basano proprio sulla sua identità e sul fatto che dopo la vittoria del 2018 alle politiche, il Movimento si è fatto ingannare da un vantaggio non completo sugli altri partiti in relazione alla rivoluzione sistemica che si era promesso.
Il Movimento, nato dalla volontà di Grillo e Casaleggio, vinse le elezioni... non ebbe il vantaggio di una vittoria completa, ma solo relativa.. che non gli permise di ottemperare in modo soddisfacente alle promesse fatte ai cittadini: In realtà si era sempre dichiarato senza una precisa identità... in grado quindi di propendere ed operare a beneficio di tutti, non sostenendo alcuna parte. Tuttavia... malgrado il grande consenso offerto dai cittadini, non è stato capace di espletare il suo operato se non in complicità con i partiti tradizionali che lui stesso aveva voluto combattere: Quando ha dovuto sostenersi con una destra e poi con la sinistra.. in un controsenso esasperato rispetto ad un percorso che si era prefisso nelle rumorose campagne elettorali. -Era più che logico che non dovesse salire al governo per cambiare un sistema politico se non quando avesse avuto una propria forza elettorale in grado di poter governare da solo il suo cambiamento.
Dopo una straripante vittoria in campo nazionale.... il Movimento.. invece di attendere ed esprimere meglio l'indirizzo del suo camino nella ricerca di un pensiero e negli ideali, ne contemporaneamente di occuparsi di costruire una soddisfacente organizzazione in modo più logico e democratico ..edificando con metodo una struttura più consistente nell'intero Paese, ha creduto di poter governare senza quella maggioranza che gli avrebbe permesso di non dipendere da alcun legame con altri partiti. Il giochino fallimentare che lo ha visto legato da una parte prima.. e da un'altra dopo.. nella ricerca di una impossibile sintesi era prevedibile, come prevedibile era il fatto che tutto ciò avrebbe portato ad un rafforzamento del gioco bipolare da lui stesso sempre avversato: Se si nasce per contrastare un bipolarismo è più che chiaro che non ci si può legare a nessuno dei poli..tranne che non rendersi credibili!
Come scrissi qualche anno fa: Vi è stata una trasformazione non desiderata, ma costretta e persino condizionata dalla presunzione e dalle troppe leggerezze. Tuttavia non è solo questo mutamento a porre i dubbi sulla opaca identità di un Movimento apparsa fin dall'inizio bizzarra e non precisamente conforme con un percorso funzionale della politica:- Non vi è mai stata una vera innovazione quando dietro il vestito che ne camuffava la stessa identità si nascondeva una organizzazione verticistica tipica delle strutture assolute e di comando che ha preteso di operare in modo alquanto assoluto attraverso tagli lineari e un iper moralismo esasperato. Tutto ciò malgrado la sprovveduta buona fede di alcuni che vi hanno partecipato credendovi e combattendo!
Una buona parte del popolo.. poiché speranzoso di un cambiamento..ha perso ogni orientamento! Un popolo che lentamente si è reso conto di come governare con questo sistema significhi per tutti doversi adattare, almeno che non si abbia la forza di governare da soli! Dopo aver portato avanti il compito di rompere col passato.. il M5S non è stato capace di costruire una linea conforme legata al tanto declamato "post ideologismo" di cui il suo leader carismatico si è sempre riempito la bocca: Una Organizzazione chiusa in se stessa che non ha mai aperto seriamente al dialogo al suo interno...Il rischio ormai è quello di vederla inglobata in un sistema con un ritorno al bipolare dove potrebbe contare sempre meno a dimostrazione del fallimento di un percorso che l' avrebbe dovuta condurre al cambiamento dei principi della vecchia politica del Paese. Per voler essere discreti potremmo asserire: un risultato opposto e forse non intenzionale... Una sorta di “eterogenesi dei fini“
La comparsa del professore Conte ha plasmato proprio questa identità poiché l'avvocato nella qualità di premier è stato costretto a condurre con estrema difficoltà, ma anche con paziente sapienza, l'andamento oscillante ed ambiguo di un Movimento da una parte all'altra ..cercando di governare con equilibrio. Oggi Conte diviene leader di un Movimento che vorrebbe divenire un Partito: Un compito diverso che lo pone in uno stato ben differente da quello di un premier che deve governare poiché i Partiti vivono ancora nello spazio di una disciplina fin troppo disinvolta alla quale non vi sono mai stati posti vincoli, ma il compito del nuovo rifondatore diviene ancora più difficile proprio per la incomprensibile e contraddittoria identità dell'organizzazione mai resa pienamente riconoscibile.
Forse a questo punto, attraverso un lavoro di ricerca e di dialogo all'interno, sarebbe meglio e più favorevole invece di rifondare...cercare di costruire un nuovo Partito sulle ceneri di un Movimento dall'irriconoscibile ed ambiguo percorso ..cambiandone anche il nome..per ritrovare quei valori necessari ed il riscontro con i fondamentali principi di una società che avanza a ritmo accelerato a cui la politica deve prestare una guida lungimirante ed illuminata ….
vcacopardo

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