17 dic 2012

La politica costruita sul principio di legalità




 
Più la politica sbaglia…ruba e inganna… è maggiore è il desiderio di far fronte al principio di legalità. Già da molto tempo, sulla legalità si sono però, costruite posizioni di forza e di interesse: Con il pretesto di una legalità si sono edificate posizioni politiche notevoli che, con la forza di questo principio, hanno dominato, scalzando il principio ancor più sano dell’evidente bisogno di funzionalità del sistema.

La legalità è soprattutto un fine!… e, dunque, un valore da poter riscontrare solo se un sistema funziona: in tal senso oggi possiamo pretendere il suo principio solo da chi amministra la cosa pubblica e non certamente da chi si propone  per la ricerca di un cambiamento e quindi si avvicina al terreno della politica con movimenti o partiti.

La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare. Poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità. Per un vero politico, quindi, il funzionamento del sistema dovrebbe essere visto come un principio fondamentale anteposto a quello della legalità.

E’ fin troppo logico che, in linea di principio, tutti vorrebbero il rispetto per una legalità! Ma politicamente sarebbe più utile agire per il suo fine e quindi per un valore da ricercare attraverso un vero funzionamento delle regole. non si potrà mai pretendere dai cittadini il vero rispetto per un sistema quando lo stesso, mal funzionante, finisce col frustrare altri e più importanti principi come quelli della giustizia e di una vera democrazia.



  

Questa mia critica scaturisce dalle tante proposte di cambiamento che si moltiplicano nel paese sotto l’immagine della legalità…Una di questa vede la costruzione di un nuovo movimento civico denominato “cambiare si può”. Il movimento vanta la presenza di Antonio Ingroia e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e punta ad attrarre anche il sindaco Leoluca Orlando.

Senza aver nulla contro questi stimabili personaggi..leggo che ll movimento propone la costituzione di una “lista civica nazionale” ed una “lista degli onesti”… Ma basterebbe questo richiamo al principio dell’onestà a far pensare!…..Come se di base, l’onestà, valutata da chi guida tale movimento, fosse di per sé un requisito speciale e non una naturale dote di partenza!… Questa recriminazione l’abbiamo sentita diverse volte…da chi, poi, in politica ha finito col far carriera…

Fa ancora più impressione leggere come, la promotrice di tale Movimento, ponga tra gli elementi programmatici, la difesa della Costituzione e il tema della giustizia…. Se per quanto attiene la giustizia sembriamo davvero in alto mare, non si capisce con quale concetto si possa, ancora oggi, tendere a proteggere una Costituzione vecchia di oltre sessant’anni che avrebbe sicuramente necessità di essere rinnovata.

Il light motive.. del canto di questo nuovo movimento, sembra lo stesso di quello di tanti altri che di base pongono l’onestà (di per sé logica e lapalissiana,  come fosse un dono riservato al loro insindacabile giudizio) ed un attaccamento ai principi vecchi delle istituzioni politiche che hanno ormai dimostrato il fallimento del sistema.

Ci si sarebbe aspettato forse un vero cambiamento supportato da idee innovative soprattutto nel campo di una giustizia che in sé non funziona affatto ma per la quale proprio i componenti di tale Movimento, in relazione alla professione ed all’esperienza, dovrebbero lavorare per apportare le dovute migliorie….

….Sembra sempre più agevole la strada della politica per coloro che dovrebbero occuparsi della ricerca di un cambiamento nell’ambito della giustizia..Qual è dunque l’innovazione di questo movimento se non il solito retorico e demagogico richiamo ai principi dell’onestà e della legalità ..già tanto richiamati nel passato da chi.. poi,. non ha lavorato e costruito in favore di normative utili per il funzionamento del sistema?  
vincenzo cacopardo


L’America nel dolore delle sue contraddizioni



 Di fronte al recente massacro operato da un ragazzo instabile nella scuola americana del Connecticut, non si può che restare sconcertati, ma certamente si possono sollevare delle critiche forti verso un paese che ritiene ancora di poter dare lezioni di democrazia fondata sul principio di libertà. E’ inutile chiedersi il perché!...od affidarsi alle parole ed all’incredulità di Peter Lanza, padre di Adam, il ragazzo che ha ucciso la madre e 26 persone per poi suicidarsi.


Bisognerebbe fare una critica severa sulla odierna  democrazia in americana e capire perché questa sua politica… basandosi prevalentemente su un principio di uguaglianza storico sancito dagli stessi articoli della sua Carta nel lontano 1789, non abbia mai pensato di rivisitare il preciso emendamento che ha sempre offerto troppa libertà ai cittadini di possedere armi per una propria difesa.
Nella struttura sociale degli Stati Uniti d’America il principio di uguaglianza rappresenta uno dei più vecchi capisaldi degli ordinamenti costituzionali dei singoli Stati e dell’ordinamento federale. Ma questo principio, fin troppo radicalizzato durante il percorso della storia, sembra avere condizionato in modo estremo la mentalità dei cittadini sullo stesso concetto di libertà: Si è tanto uguali, con gli stessi diritti ad un'autonoma difesa e quindi con un'estrema libertà sulla detenzione delle armi…Se può essere vero che nel passato, l'emendamento poteva avere una chiara ragione di esistere per potersi difendere da indiani, da predoni e da ladri, oggi,…sembra veramente impensabile che, nei due secoli passati, non si sia posto un limite a tale libertà..  
Se questi sono, oggi, i principi sui quali si basa il concetto di libertà negli Stati Uniti d’America, allora forse ci si deve domandare se possa davvero pretendere di insegnare la sua democrazia nel mondo attraverso quest’uso indiscriminato delle armi.
Eppure..io credo che l’America sia anche un Paese con un forte spirito di autocritica, una natura critica che si evidenzia costantemente nelle loro rappresentazioni cinematografiche, dove il traguardo sembra essere sempre il riscontro con una giusta verità ed un corretto fine.... Ed è proprio questa dicotomia, tra le estreme libertà ed il desiderio di un forte senso di ricerca della verità, che pone questo paese, tra i più difficili da comprendere.
L’America ha sempre dimostrato di potercela fare, non si può che confidare nel buon senso di questa popolazione e del suo Presidente… affinchè si possa porre fine a questa lunga scia di sangue, sicuramente favorita da un emendamento che non può più trovare alcuna giustificazione.
vincenzo Cacopardo