Il nuovo libro di Vittorio Sgarbi “Nel nome del figlio”, induce a riflettere oltre la dotta
illustrazione dell’autore concernente le immagini artistiche. Tra le righe, infatti,
ognuno potrebbe scorgervi un aspetto politico, messo in evidenza attraverso la
forza delle raffigurazioni della figura
del figlio di Dio,.. un messaggio che forse mai, meglio di cosi,’ potrebbe essere messo in
evidenza.
Il libro stimola anche oltre.. per via della capacità
intuitiva dell’autore rivolta a chi è in grado di recepire un messaggio
costruito su un concetto che pone la figura del Cristo, come quella principale
nel contesto artistico, raffigurata come immagine simbolica del figlio venuto
in terra per volere di Dio: - Nelle raffigurazioni artistiche, Dio occhieggia,..
sembra controllare,.. guardare in silenzio l’operato dell’uomo in terra dove il
figlio è venuto a rappresentarlo ad immagine stessa dell’uomo e dove l’arte ha
espresso il massimo delle rappresentazioni… Ed ecco che, il figlio assume, con vigore,
la principale immagine ovunque riprodotta nelle varie forme a differenza di chi, volutamente nascosto,
controlla.
Il rivoluzionario messaggio evocato nel Vangelo, contribuisce
ad accrescere la figura di Cristo con la logica raffigurazione dell’uomo nuovo che
avanza…il nuovo voluto da Dio che nel suo immenso e sconosciuto piano, vorrebbe
esprimere nella figura del figlio, il futuro del mondo.
Un messaggio, quindi, anche politico, che può apparire più
chiaro a chi intuisce l’importanza dell’innovazione,.. un valore indispensabile
che Sgarbi tende ad evidenziare in una
società come la nostra dove i figli contano poiché rappresentano il futuro..
vincenzo Cacopardo
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