23 mar 2013

Il necessario rispetto dei " nuovi arrivati"



A parer mio…quando si fa politica..non esiste solo il fatto di essere onesti e corretti, ma bisognerebbe avere certe capacità di inventiva e di metodo oltre a una certa conoscenza della dottrina. Ma esiste anche una pregiudiziale che è quella di avere una certa dote di sensibilità e di rispetto verso le istituzioni e gli uomini che ne stanno a capo. 
Molte personalità si distinguono per questa capacità poiché portano con se un loro “background”…ossia la storia e l’ambiente in cui hanno vissuto e si sono formati, che li vede decisamente avvantaggiati nei rapporti col prossimo. Questi personaggi non ostenteranno mai …ma evidenzieranno sempre maggiore umiltà nei confronti del prossimo e nell’approccio con qualsiasi disciplina, giacchè..la loro è soprattutto una volontà di apprendere per poter..poi, rendere costruttivamente per il bene comune.

Fatta questa breve premessa, mi pongo il dubbio  (forse abbastanza sensato) se i tanti, oggi, neo eletti in Parlamento, abbiano questa essenziale dote.: Cambiare attraverso uno svecchiamento non deve significare perdere in sensibilità e rispetto!

Le frasi mosse da neo eletti parlamentari ed altrettanti gesti violenti, mettono in luce tutto ciò, evidenziando un certo cattivo gusto sicuramente supportato dalla mancanza di una base formativa ed educativa che dovrebbe sempre essere posta dinanzi a qualunque percorso dialettico. 
La eccessiva celerità che li ha portati ad un simile traguardo (vedi i grillini)...li conduce…in mancanza di una necessaria base didattica e di una naturale sensibilità al rispetto…all’autoesaltazione della personalità. Tanto spinta...la loro esuberanza, scaturisce automaticamente in una sublimazione pericolosa proprio in mancanza di un  “background” che, al contrario, riuscirebbe a contenerne i limiti. - In sostanza…molta di questa giovanile politica, se non supportata da una determinata umiltà e da un rispetto formato dalla presenza di una buona educazione di origine…stenterà sempre nel suo percorso di positiva costruzione.  

Quello che nella società oggi noi definiamo “il parvenù” altro non è che colui che è riuscito ad imporsi nella società, il quale...pur restando privo di una base educativa e di una essenziale cultura…nel suo percorso di vita, è stato sempre indotto a muoversi imprudentemente con l’unica arma della furbizia edificata sulla presunzione.....Ma arriverà presto (la storia c’è lo insegna) il fatale errore promosso dalla forza di questa esaltazione che lo brucerà definitivamente.

Se l'espressione "parvenù" è valida nella società comune..lo è sicuramente di più quando ci si riferisce alla politica nel senso di una partecipazione qualitativa comune di un percorso. 
Certi comportamenti ostentati con termini offensivi anche in direzione del Capo dello Stato..non fanno che evidenziare una certa cattiva educazione...oggi indispensabile anche per la costruzione di ogni dialogo politico, ma anche in quel loro "vorrei ma non posso" che finisce con lo sfociare nella incontenibile offesa.  

Se lo spirito è quello di volersi imporre e farsi notare…finendo con l’insultare, il  messaggio del nuovo arrivatoche per grazia ricevuta pretende di cambiare il mondo, si manifesterà solo come un apologo simile alle promesse di un Giufà. 
vincenzo Cacopardo  

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