Come si
fa a non intuire l’importante costruzione di una vera innovazione del sistema
politico senza un preciso uso dell’equilibrio!
Il
dialogo della politica di oggi appare ancora basato su un contrasto dialettico
che non lascia intravedere alcun senso dell’equilibrio per la definizione delle
scelte che appaiono condotte attraverso la cattiva abitudine "del troppo o del nulla”...."dell'assai o del poco".
Sulla definizione
di un Governo, sul posizionamento dei Partiti e sulla determinazione dei loro finanziamenti,
sul numero dei Parlamentari, sull’eventuale ed utile scelta di una legge
elettorale, sull'eliminazione delle Province, su una possibile legge sul conflitto di interessi etc…occorre oggi… un meditato equilibrio che possa spingere la politica verso scelte
qualitative adatte al futuro funzionamento.
Aequus-libra (ossia lo strumento che simboleggia il bilanciamento) come principio
astratto essenziale….ed una sempre più costretta convivenza, dovrebbero condurci
ad una spinta verso la partecipazione alla collaborazione dialettica.
Perseverando
sulle attuali contrapposizioni di pensiero.. o peggio….su una palese mancanza
di dialogo…senza una vera ricerca in favore di un armonico risultato..si
continuano a disperdere energie che ci condanneranno ad una difficile coesistenza
ed a rimandare di continuo ogni funzionale soluzione.
Il
problema principale sta nel fatto che... quando si vogliono proporre riforme, si
deve sempre guardare al fine che queste porteranno... non solo per inibire o sopprimere e quindi, valutare bene, se il mezzo di cui si fa uso, sia in grado di definire una logica
deduttiva utile per il futuro.
Il principio dell’equilibrio, sicuramente valido in ogni
campo, rimane particolarmente fondamentale per ciò che riguarda la
creazione di quelle riforme che rappresentano la base fondamentale del percorso
della politica: Se nella giustizia, rimane una esigenza contraddistinta da
una emblematica bilancia in perfetta simmetria ed un baluardo da
proteggere ad ogni costo, in politica dovrebbe rappresentare l’imprescindibile percorso supportato da un dialogo obbligato.
vincenzo Cacopardo
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