Ubi commoda..ibi incommoda...
Secondo
un vecchio detto latino....ad indicare che.. una più facile e comoda rottura di ciò che
non funzionava..mette oggi di fronte ad una responsabilità verso un
impegno assai più scomodo.
Il complicato posizionamento di chi ha voluto rompere col passato..si
sarebbe dovuto intuire già prima..inducendo a prepararsi preventivamente per la logica
risposta della ricostruzione. Su questo punto ..qualunque politica non può lasciare spazio, nè tempo... ad alcuna fantasia!
Come tutti sappiamo…ad ogni azione corrisponde una azione contraria
ed anche in questo caso, si è evidenziata una chiara risposta da parte dei cittadini…Ma
adesso il punto è un altro…come si ricostruisce?
Non vi è dubbio che rompere sia, oltre che più comodo, assai
più facile…soprattutto quando il terreno e l’humus sono fertili…ma l’opera più scomoda della
ricostruzione del nuovo, appare veramente difficile in un contesto che vede una
classe politica da un lato.. povera di idee e dall’altro... ricca di una esagerata
demagogia populista.
Ancora una volta si
mette in evidenza l’impossibilità di poter dialogare e costruire positivamente
senza l’essenziale uso dell’equilibrio.
Mai come oggi il principio dell’equilibrio
dovrebbe essere alla base di qualunque trasformazione ideologica e di pensiero
e… mai come in questo momento, si avverte una tale confusione che non lascia
intravedere alcun uso equilibrato della ragione.
Potrà mai esistere un futuro
per la politica senza l’uso della ragione? Potrà mai supportarsi alcun
paradigma con le procedure dell’istinto o della rabbia verso chi... la sana riflessione ed un certo equilibrio.. lo esige?
vincenzo Cacopardo
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