30 apr 2013

La storia politica di un illusorio cambiamento



(Ossia dove nasce e si rafforza il pasticcio politico del nostro paese) tratto dal libro la politica ed il cambiamento di vcacopardo del 1999


"BISOGNEREBBE IMMEDESIMARSI CON ATTENZIONE AL PERCORSO CHE LA POLITICA HA AVUTO IN QUEST'ULTIMO VENTENNIO"


La nascita di Forza Italia 
Quando nel 94...Silvio Berlusconi con Forza Italia fece la sua apparizione nel mondo della politica, nel nostro Paese…tutto sembrava dovesse cambiare!

Si stava spazzando via la prima Repubblica ed in Parlamento nuovi personaggi prendevano il posto di altri che si ritrovavano per lo più inquisiti o sotto processo. Si aveva la strana impressione che tutti volessero dimenticare un certo passato..poichè attratti da un nuovo insperato futuro politico.

Ma l’illusione durò assai poco!...Forza Italia apparve presto non esattamente preparata, dando più l’impressione di un partito-azienda, con gran parte dei personaggi improvvisati e presi dalle imprese editoriali dello stesso Cavaliere. In partenza vi era stata impressa una forte immagine ma, col tempo… una palese carenza di idee e la mancata esperienza nella materia politica… contribuirono a frenare l’ascesa di questa organizzazione.

Si era voluto sperare in un nuovo Partito in contrapposizione ad una sinistra trovatasi più forte e molti vi avevano creduto, come altri avevano creduto alle elezioni attraverso il maggioritario ed un nuovo sistema di governabilità bipolare capace di togliere di mezzo le vecchie forze del centro. ..Nessuno però…aveva seriamente pensato quanto avrebbe inciso nel quadro politico..la mancanza repentina delle forze moderate che per decenni avevano amministrato il Paese.

Così…con la nuova immagine del partito di Forza Italia, la coalizione di destra riuscì ad arrestare l’avanzata delle forze di sinistra, vincendo le elezioni ed occupando un potere che.. ben presto, fu costretta a cedere: Quella difficile alleanza con la Lega Nord, malgrado gli sforzi del Cavaliere, riuscì a reggere ben poco.

Dopo la difficile fase di un governo tecnico guidato da Dini, appoggiato dalla Lega e dalla sinistra, nel 96..si ritorna a votare. Un nuovo polo sotto la sponsorizzazione delle foglie di un ulivo, riuscì a riunire una frastagliata sinistra..vincendo le elezioni ma, dovette vivere con forti contraddizioni la sua lunga fase governativa, sforzandosi non poco.. nell’adattare una certa ideologia ad un sistema sempre più competitivo: Per certi versi non sufficientemente preparata a governare, essa sembrava più diretta a costruire accordi con un’opposizione per un maggior quieto vivere e per realizzare il sogno di un più efficace ingresso in Europa.

Col tempo..il debole patto di desistenza sostenuto con il partito di Rifondazione.. naufragò, spingendo il governo Prodi verso la definitiva caduta. Quel ricercato cambiamento che si era auspicato nel 94 per una migliore immagine di una nuova Repubblica, sembrava non aver ottenuto alcun risultato positivo: molti partiti….difficili alleanze…azioni politiche costrette.





Il trasformismo

All’inizio del 98, i cittadini più attenti all’evoluzione politica del momento, avevano potuto prendere atto del crescente apparire di piccoli movimenti moderati che, non riconoscendosi in un’estrema logica bipolare, si erano ritrovati uniti nella ricerca di una politica più dinamica e meno costretta. Erano movimenti rimasti per lo più fluidi, liberi e politicamente flessibili..ma che rincorrevano l’idea di divenire un’unica forza moderata per la costruzione di un nuovo centro. Ciò risultava di forte reazione ad un bipolarismo ed alla sua indiscutibile azione restrittiva; era quindi necessario ..per queste nuove forze…la creazione di un polo che accorpasse pensieri e principi di chi vi si sentiva riconosciuto.


Il nuovo movimento virtuale UDR, sponsorizzato da Cossiga, era venuto fuori da le esigenze sopra menzionate ed aveva assunto una posizione di decisa rottura andandosi ad incuneare fra i due poli in un contesto politico che appariva ormai bloccato. Si era posto come centro moderato alternativo alla maggioranza e questa posizione aveva creato non poche polemiche fra gli addetti ai lavori che vi avevano identificato la inquietante riedizione di un vecchio partito. L’azione di questo nuovo movimento aveva comunque destato l’interesse di altri cittadini proprio perché vista nell’ottica di una posizione di rottura nei confronti del sistema bipolare e sembrava dovesse costruire un maggior consenso in quanto…non si proponeva.. nell’immediato.. ruoli governativi: Sembrava proprio il successo di una politica innovativa che mirava ad assicurare un’azione dinamica di primaria utilità rispetto ad un’ostinata e costretta  governabilità.


Quello che è accaduto nel 98 nel Paese..ha sicuramente destato non poco l’interesse dei cittadini ma, di certo.. non ha reso ragione a quei soggetti politici che con troppo disprezzo sono stati chiamati “traditori” e “trasformisti”. Se qualcuno ne ha approfittato..non è detto che tanti altri non vi abbiano creduto.
In realtà quei mutamenti e quelle trasformazioni si sono rese naturalmente necessarie per l’effetto di un’azione assai costretta che un bipolarismo troppo anticipato e non attentamente studiato, aveva determinato (e successivamente, ve n’è una chiara conferma): Non trasformisti quindi...ma,forse...costretti a trasformarsi per dare più forza ad una indispensabile politica di base!


Molti avevano intuito nel neonato movimento di Cossiga, una posizione politica lungimirante, fluida e più costruttiva, forte del richiamo culturale del momento: una corsa in coerenza col tempo...successivamente dimostratasi..non altrettanto coerente nel tempo.
Infatti..non appena entrata a far parte del nuovo governo D’Alema, il grande entusiasmo cessò si esistere: l’ingresso nell’esecutivo e la pretesa di una politica diretta prevalentemente verso l’Europa, non potevano reggere la prova di un partito ritenuto ancora virtuale nel Paese.



L’inerzia dell’azione bipolare e l’inconsistente ricerca delle riforme


Nei lunghi anni a venire si è dato corso ad una inerzia di un sistema bipolare senza alcuna ricerca delle indispensabili  riforme e senza la giusta valutazione di una funzione politica che potesse dare maggiore sfogo ad una governabilità forte costruita dalla base.


L’ingresso in Europa aveva costretto non poco l’azione politica delle Nazioni che ne hanno fatto parte…obbligandole ad un necessario ordine politico per una più efficace e sicura posizione in seno alla stessa Comunità. Questo condizionamento ha finito con l’incidere molto più sulla governabilità…che sulla politica nel suo complesso, una governabilità che si è sempre desiderata stabile come presupposto essenziale per una più ricercata “unione di economie”.

In questi anni..i due poli (destra–sinistra)..hanno continuato a scontrarsi sui diversi principi..alternandosi e contrapponendosi con sempre maggiore forza senza fare esperienza di un passato che aveva visto.. proprio nel trasformismo.. un preciso segnale di avvertimento nei confronti di una politica troppo costretta. Questa lotta alla difesa delle rigide posizioni ha finito col rendere ancora più difficile l’equilibrata ricerca delle riforme.

Proprio oggi... la politica riscontra una chiara variazione  del sistema..un netto ribaltamento nei confronti del bipolarismo che costringe le posizioni divergenti volute nel passato ad un’unione per la necessità di offrire al Paese un qualsiasi governo di sicurezza.

Unagovernabilità che è apparsa quasi la fotografia di una passata Democrazia Cristiana risorta obbligatoriamente a conforto e per la risoluzione dei tanti errori commessi.



Conclusione

Rileggendo la storia politica di questi ultimi vent’anni, non può sfuggire a chiunque l’inconsistenza di una politica nazionale che sembra aver dormito e messo le radici sui palazzi del potere.. senza alcuna vera capacità di intuito lungimirante.

Una politica che oggi dovrebbe vedere in prima linea figure come i fedeli centristi.. che, pur avendo sempre lottato contro il sistema antifunzionale del nostro bipolarismo,  non sembrano più urlare per l’inganno perpetrato a danno della Nazione, ..ma, (per avere ricevuto in cambio poltrone governative)..paiono fingere e dimenticare.

Come potremo dunque definire una simile classe politica che sembra averci imposto una continua illusione di cambiamento?.Incapaci!..o subdoli ingannatori...Come potremmo (sebbene solo nel merito), non dare ragione a quei movimenti che oggi invadono le piazze urlando all'inganno?     
Vincenzo Cacopardo

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