23 lug 2014

Alcune domande al nostro Presidente



UNA DERIVA NON AUTORITARIA, MA COSTRINGENTE
di vincenzo cacopardo
Il sindaco Italia con la sua bella ministra Boschi continuano a menarla sulla loro assurda logica che chi non è per le loro riforme... è contro ogni riforma ed ogni cambiamento. Molti cittadini sembrano cascare in quest'inganno intontiti dalla comunicazione ipocrita e menzognera di chi pensa alle riforme come fossero oggetto di trattativa al fine di ottenere una governabilità di comodo.
In questo quadro non si spiega bene l'atteggiamento del Capo dello Stato, da me sempre sostenuto nella sua figura di grande equilibrista di una politica che sembra oggi dover affrontare un cambiamento epocale.
Ho sempre dato atto al nostro Presidente di essersi quasi immolato in un impegno per il bene del Paese malgrado l'età... ed ho sempre ammirato la forza che ha avuto nell'affrontare il disagio della lunga crisi istituzionale degli ultimi anni... ma oggi, in verità, non posso esprimermi alla stessa maniera e pur rispettando la sua dedizione e l'impegno per venirne fuori, non sono convinto del percorso riformista al quale il Presidente lascia una mano così libera. ..Il Presidente è garante della Costituzione e dei principi democratici a cui essa si appella...

E' vero... vi fu da parte sua un sacrificio nel voler restare nella carica di Capo dello Stato a condizione che i Partiti iniziassero un'opera di riforme tra cui quelle istituzionali e costituzionali (legge elettorale-titolo quinto-Senato) che avrebbero dovuto mettere a posto l'assetto politico dell'intera Nazione, ma oggi questo cambiamento, pur non avendo una precisa deriva autoritaria spinta con forza dalle regole definite del Premier, appare fin troppo rigido e spedito..quasi condizionante per la stessa democrazia del Paese....una democrazia che è in sé il vero valore che lo stesso Capo dello Stato non può che proteggere.

Le domande lecite che qualunque cittadino come me può porsi.. non avendo mai criticato l'opera di mediazione politica espressa dal Presidente Napolitano.. e quindi non esprimendo alcun pregiudizio in proposito... sono queste: Possiamo davvero porre nelle mani di pochi ( tra cui un pregiudicato in attesa di altri giudizi) la difficile impresa di rinnovamento istituzionale del Paese? ..Un' opera che appare oggi come una vera rivoluzione e che determinerà il delicato percorso della politica nel futuro? E' giusto usare una strada che sembra premiare prettamente indirizzi e proposte governative per un simile cambiamento?..Non sarebbe stato più logico l'uso di un'Assemblea Costituente con figure di costituzionalisti capaci di osservare i principi di una vera democrazia..salvaguardando, nel contempo, la giusta strada di un fine governativo?

L'autorità della figura ed il senso dello Stato espresse comunemente  dal nostro Presidente.. si sarebbe potuta esprimere anche in tal senso..

E' fin troppo facile intuire come in questi giorni si stia mettendo a rischio il vero principio di una democrazia e non vorremmo mai pensare che il nostro buon Presidente..al solo fine di far contenta una Comunità Europea..possa sostenere un simile percorso tendente a discreditare il funzionamento delle stesse istituzioni a vantaggio di una qualsiasi governabilità .

Se la deriva non è autoritaria è certamente costrittiva e costringente!

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