11 nov 2012

la posta di Paolo Speciale

 
 Perdenti  fondamentalismi
 La storia ci insegna,  anche se mai abbastanza,  la esiguità  dottrinale e pratica, talvolta anche temporale,  di ogni movimento politico i cui fondamenti ideologici siano ispirati e diffusamente pervasi da  ricorrente  ed incessante esecrazione, anche personalizzata, dell’avversario concettuale.  L’irrazionale sconfinamento di una più che mai consistente parte della scienza politica contemporanea  verso sterili fondamentalismi  di contingente effetto consensuale, ma di scarsa tenuta intellettuale, è caratterizzato da un percorso  dalle tappe ben definite e quindi puntualmente prevedibili prima e constatabili poi.  La tendenza , ampia, comune ed abituale a non  cercare una precisa identità da proporre ma piuttosto di enfatizzare e manipolare in senso negativo quella dell’altro competitore configura  nettamente una estesa decadenza della qualità del confronto, con particolare riferimento alla correità, in questo processo, di un uso improprio di alcuni mezzi di comunicazione di massa disponibili in maniera direttamente proporzionale alle risorse economiche di una sola o di più parti. Ecco allora come, anche se in tempi di evoluzione diversi, il berlusconismo ed il dipietrismo, eloquenti  emblemi  di un fondamentalismo che qui riteniamo di potere definire quanto meno paradossale perché intrinseco  alla presunta  peculiarità dell’”altro” da cui abborrire, si avviano ad occupare soltanto la storia, lasciando eredi più o meno autorevoli contestatori dei “maestri” .  E così sarà anche per il “grillismo”, ma anche per ogni altro soggetto politico che sulla mera critica non costruttiva o sulla rottamazione dell’opponente  impernierà la sua missione sulla “res publica”.
Paolo Speciale


1 commento:

  1. Sebbene, in via di massima, posso essere daccordo con lei...mi permetto di dissentire sulla generilazzione dei soggetti...Anche perchè, in questo campo...nulla è paragonabile. Io credo che il primo passo per poter costruire il nuovo, sia proprio quello di non costruire, anzi di distruggere il vecchio....sebbene sia più che certo che servano, conseguentemente, le idee per innovare e costruire....
    Io sono speranzoso..ed è per questo che mi diletto con la ricerca delle teorie nel campo..
    Bisogna partire proprio dalle teorie per arrivare alla pratica...così come non vi potranno mai essere teorie senza le idee che le spingano...indispensabile anche la demolizione del vecchio che può solo ostacolarle con la forza di un pragmatismo costruito sulla realtà di un sistema incancrenito...

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