18 gen 2013

Il gioco delle parti in una politica senza riforme


Il quadro politico odierno evidenzia un chiaro vantaggio del PD e della sua coalizione dimostrando difficile, a questo punto, possibili variazioni in proposito. Questo vantaggio renderà alla coalizione una vittoria con un ricco premio di maggioranza alla Camera,.. ma sappiamo bene che per poter governare, si deve poter ottenere un'altra maggioranza al Senato.. dove non esistono premi e dove, questa, viene determinata attraverso la conquista dei seggi ottenuti col voto delle singole Regioni.  Una maggioranza potrebbe quindi essere definita attraverso un ulteriore patto  da stabilire con altri Partiti.
Ma quali potrebbero essere le strategie del PD… se non quella dei più probabili legami con il Movimento di Ingroia il quale..poi.., non è detto riesca a portare un sufficiente numero di Senatori per ottenerla?
Una lettura..simile ad un gioco delle parti... è quella che potrebbe prevedere un inserimento del Movimento del Professor Monti che, entrando con un appoggio esterno per salvare la necessaria governabilità..chiederà in cambio ciò per cui il suo Movimento si è sempre proposto di realizzare: Le indispensabili riforme. A quel punto si tergiverserà per circa sei mesi/un annetto, in attesa di mettere mano e definire il suddetto schema delle importanti riforme, ma ciò sarà destinato a condizionare in modo pesante il rapporto del PD con l’ala della coalizione più esposta a sinistra. Questo.. porterà ad un arresto del cambiamento proposto da Mario Monti, il quale si vedrà subito costretto a togliere ogni appoggio. Passeranno..allora..pochi mesi ed il Governo…con la precaria situazione imposta dalle evidenti posizioni compromissorie, non troverà sblocco…decretando la sua definitiva caduta. Con molta probabilità, il sistematico gioco delle parti, vedrà paradossalmente passare il pallino in mano ad una nuova formazione governativa guidata da Monti ed appoggiata dallo stesso PD, escludendo il Partito di Vendola.. fino ad un punto di rottura che porterà direttamente a nuove elezioni.
La solita durata dei due anni e mezzo che permetterà la tranquillità di tutti parlamentari ai fini del diritto alla pensione, ma non necessaria alla stabilità di cui il Paese avrebbe bisogno. Un gioco di coalizioni ed appoggi che non potranno che portare a nulla se non si intuisce l’importanza di dare mano ad innovative riforme. L’on Bersani dovrebbe essere uno dei primi a comprenderlo potendo proporre, allo stesso Monti, di mettere mano alle nuove regole della politica,... ma i vecchi schemi delle posizioni destra -sinistra sembrano essere più interessanti e convenienti per i vecchi Partiti.
vincenzo Cacopardo






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