28 gen 2013

L'Europa....e la ricerca dei propri valori



Diversificare lo sviluppo ed equilibrare il benessere sociale di vincenzo cacopardo
La tecnologia avanza…aerei supersonici che ci porteranno in un’ora dall’Europa in America… la scienza, la medicina, l’informatica etc…tutto progredisce a beneficio dell’uomo, per le sue attività e per il suo benessere.. Quello che appare davvero strano è.. come, in questo quadro, l’uomo non sia riuscito a garantirsi una reale tranquillità nei rapporti sociali che lo abbiano potuto portare ad una vita più serena... ad un efficiente sistema di collettiva prosperità: Qualcosa simile ad un sistema sufficientemente equilibrato che possa esprimere classi più o meno agiate..ma comunque  sostanzialmente capaci di vivere il benessere di una vita sociale edificata su valori comuni…Ma così continuando...però...si potrebbe dare troppo sfogo al solito dialogo demagogico privo di risposte concrete…. 
Sono comunque certo che tutto ciò, sia stato aggravato a causa dei modelli costruiti sulle vecchie storiche posizioni ideologiche.. risultate da intralcio ad una politica che avrebbe dovuto già da tempo proporsi più funzionale ed innovativa per uno sviluppo. Modelli basati su contrapposizioni che hanno sempre determinato azioni e reazioni continue e persino costose in termini di tempo, energie e risorse..
Gli Stati europei..persino quelli più socialmente progrediti e con un miglior welfare..non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza di guardare oltre le antiche logiche di queste posizioni ideologiche.
La politica, la cui funzione primaria dovrebbe essere quella di regolare i rapporti e governare, non riesce oggi, a garantire quella indispensabile serenità per una vita in comune. Questa anomalia determina un disagio notevole che turba, anche se inconsapevolmente, la stabilità di una società nella quale si dovrebbe coltivare ed ampliare un sereno rapporto di scambio.
Il rapporto di crescita dovrebbe essere portato avanti con equilibrio, facendo sì che, l’evoluzione tecnologica possa stare al passo con un armonico sviluppo sociale e culturale...Creare quell’equilibrio necessario per un progresso utile e costruttivo.
Ma quando si parla di progresso… non si può di certo trascurare l’odierna importanza di un cammino verso l’integrazione Europea: Chi potrebbe oggi aver sbagliato.. se non la classe politica internazionale che non è riuscita a contrastare i principi di tale crescita costruiti unicamente sui consueti vantaggi economici di ogni singolo Paese? Come si può, ancora oggi, porre la base di una crescita internazionale sulla prevalenza di una ristretta e generica economia finanziaria? Come si possono ancora mettere i Paesi della comunità in frenetica e costante competizione tra loro.. senza offrire ad ognuno di essi una possibilità di sviluppare meglio le intrinseche risorse derivanti dal proprio vissuto storico, aiutandoli...così...nella loro individuale crescita?  
Immaginiamo..al contrario...di poter vedere nel prossimo futuro una politica internazionale lavorare per una Europa costituita da un insieme di Paesi che…pur guidati da una indipendente politica territoriale… possano riuscire a conseguire modelli di sviluppo inerenti la loro particolare caratteristica storica e territoriale. Nuovi modelli di sviluppo che non pongano più una ricerca di aggregazione dentro gli stretti confini  di una politica radicata ma, in un armonica crescita che guardi soprattutto ad un primario benessere collettivo. Un benessere che non potrà più basarsi su una lotta delle economie tra gli Stati appartenenti…poiché questa porterà inevitabilmente a scontri e conflitti..allontanando il pensiero dei cittadini dall’idea di un possibile inserimento.
Ricercare un’integrazione degli Stati per il conseguimento di un’unica Comunità federata.. è laborioso e non è uno scherzo!.. ma lo potrebbe diventare se il percorso che si intende seguire non è accompagnato da quella logica costruttiva ed armonica che guarda ad uno sviluppo dei singoli Paesi in base alle proprie culture e le proprie risorse naturali.
I Paesi più forti devono e possono comprenderlo senza cedere nulla del proprio benessere..ma operando in favore di questo.. per  evitare che possa rompersi quel filo sottile che lega il difficile processo verso l’integrazione.
Diversificare sviluppo e risorse per non renderci stupidamente concorrenziali!..ma di sicuro.. non sottovalutare il bisogno di un equilibrato benessere collettivo per evitare la conseguente instabilità che potrebbe solo portare una definitiva conclusione del percorso che fu tanto desiderato dalla figura lungimirante di Schuman.

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