La tecnologia avanza…aerei
supersonici che ci porteranno in un’ora dall’Europa in America… la scienza, la
medicina, l’informatica etc…tutto progredisce a beneficio dell’uomo, per le sue
attività e per il suo benessere.. Quello che appare davvero strano è.. come, in
questo quadro, l’uomo non sia riuscito a garantirsi una reale tranquillità nei
rapporti sociali che lo abbiano potuto portare ad una vita più serena... ad un
efficiente sistema di collettiva prosperità: Qualcosa simile ad un sistema
sufficientemente equilibrato che possa esprimere classi più o meno agiate..ma
comunque sostanzialmente capaci di vivere il benessere di una vita
sociale edificata su valori comuni…Ma così continuando...però...si potrebbe
dare troppo sfogo al solito dialogo demagogico privo di risposte
concrete….
Sono comunque certo che tutto ciò,
sia stato aggravato a causa dei modelli costruiti sulle vecchie storiche
posizioni ideologiche.. risultate da intralcio ad una politica che avrebbe dovuto
già da tempo proporsi più funzionale ed innovativa per uno sviluppo. Modelli basati su contrapposizioni che hanno sempre determinato
azioni e reazioni continue e persino costose in termini di tempo, energie e
risorse..
Gli Stati europei..persino
quelli più socialmente progrediti e con un miglior welfare..non dovrebbero mai
sottovalutare l’importanza di guardare oltre le antiche logiche di queste posizioni
ideologiche.
La politica, la cui
funzione primaria dovrebbe essere quella di regolare i rapporti e governare,
non riesce oggi, a garantire quella indispensabile serenità per una vita in
comune. Questa anomalia determina un disagio notevole che turba, anche se
inconsapevolmente, la stabilità di una società nella quale si dovrebbe
coltivare ed ampliare un sereno rapporto di scambio.
Il rapporto di crescita
dovrebbe essere portato avanti con equilibrio, facendo sì che, l’evoluzione
tecnologica possa stare al passo con un armonico sviluppo sociale e culturale...Creare
quell’equilibrio necessario per un progresso utile e costruttivo.
Ma quando si parla di
progresso… non si può di certo trascurare l’odierna importanza di un cammino
verso l’integrazione Europea: Chi potrebbe oggi aver sbagliato.. se non la
classe politica internazionale che non è riuscita a contrastare i principi di
tale crescita costruiti unicamente sui consueti vantaggi economici di ogni
singolo Paese? Come si può, ancora oggi, porre la base di una crescita internazionale sulla prevalenza di una ristretta e generica economia finanziaria? Come si possono ancora mettere i Paesi della comunità
in frenetica e costante competizione tra loro.. senza offrire ad ognuno di essi
una possibilità di sviluppare meglio le intrinseche risorse derivanti dal
proprio vissuto storico, aiutandoli...così...nella
loro individuale crescita?
Immaginiamo..al contrario...di
poter vedere nel prossimo futuro una politica
internazionale lavorare per una Europa costituita da un insieme di Paesi
che…pur guidati da una indipendente politica territoriale… possano riuscire a
conseguire modelli di sviluppo inerenti la loro particolare caratteristica
storica e territoriale. Nuovi modelli di sviluppo
che non pongano più una ricerca
di aggregazione dentro gli stretti confini di una politica radicata ma,
in un armonica crescita che guardi soprattutto ad un primario benessere
collettivo. Un benessere che non potrà più basarsi su una lotta delle economie
tra gli Stati appartenenti…poiché questa porterà inevitabilmente a scontri e
conflitti..allontanando il pensiero dei cittadini dall’idea di un possibile
inserimento.
Ricercare un’integrazione
degli Stati per il conseguimento di un’unica Comunità federata.. è laborioso e non
è uno scherzo!.. ma lo potrebbe diventare se il percorso che si intende seguire
non è accompagnato da quella logica costruttiva ed armonica che guarda ad uno
sviluppo dei singoli Paesi in base alle proprie culture e le proprie risorse
naturali.
I Paesi più forti devono e
possono comprenderlo senza cedere nulla del proprio benessere..ma operando in
favore di questo.. per evitare che possa rompersi quel filo sottile che lega
il difficile processo verso l’integrazione.
Diversificare sviluppo e
risorse per non renderci stupidamente concorrenziali!..ma di sicuro.. non
sottovalutare il bisogno di un equilibrato benessere collettivo per evitare la
conseguente instabilità che potrebbe solo portare una definitiva conclusione
del percorso che fu tanto desiderato dalla figura lungimirante di Schuman.
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