Il
nostro Paese ha bisogno di cambiare un sistema politico malato che…per tanti
anni, ha vissuto sulla noncuranza di una indispensabile innovazione. Come
al solito…però..da noi non si conoscono le mezze misure: tendendo a distruggere tutto od a tralasciare
la qualunque nell’ irrecuperabile attesa di altri tempi.
Al
momento i cittadini …guidati dall‘enfasi estremizzata dei movimenti di piazza, forse
poco consapevoli dei pesanti possibili risvolti…. ritengono che possa essere
semplice portare avanti una vera metamorfosi di cambiamento esacerbando in modo
eccessivo il processo di ribaltamento dell’intero sistema.
Se cambiare per migliorare non può
che essere opportuno, distruggere per ricostruire…risulta assai pericoloso!
Il
cambiamento comporta in sé un’analisi di ciò che potrebbe essere giusto
mantenere…ciò che deve essere tolto e ciò che ovviamente deve essere modificato
attraverso un attento esame ed uno sguardo verso l’innovazione. Un ribaltamento
invece…ossia un netto rovesciamento del nostro sistema, implica in modo automatico
l’abbattimento di tutto ciò che è stato fatto senza tenere conto di esperienze,
circostanze e condizioni positive espresse in precedenza e rappresenta in sé un’azione
assolutistica che non potrà mai guardare obiettivamente verso una logica
costruttiva.
L’impulso
di ogni forma populista racchiude in sé un’esasperata condotta che non potrà
mai interpretare un “cambiamento” in
relazione ad una logica di riflessione costruttiva, ma soltanto basandosi su un’irrazionale
percezione imposta dall’accaloramento dello stesso impeto di partenza che
spinge inesorabilmente verso uno “stravolgimento”.
Se un cambiamento necessita …di certo
non abbiamo bisogno di un rovesciamento di ciò che di positivo potrebbe essere
stato fatto nel passato e che potrebbe risultare di estremo bisogno per la
costruzione del nuovo.
La
storia sembra insegnarci....
vincenzo cacopardo
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