25 mar 2013

Perché necessita il cambiamento 2°





(Tratto da “Studio e analisi” argomento : La politica e la sua funzione”)


La politica non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell’esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della società.
In base a questo concetto, si pone anche quello che potrebbe oggi apparire come un paradosso e cioè: Chiunque, motivato da una capacità creativa, geniale ed intuitiva, potrebbe essere in grado di saper creare iniziative politiche idonee e funzionali alle esigenze,  anche se solo in termini teorici.
Le capacità di chi esercita questo ruolo appaiono  essere prevalentemente di inventiva il che comporta sicuramente quell’intuito e quella sensibilità per certi versi vicina alla capacità creativa di un artista in senso lato. Sebbene costoro, devono sempre avere una buona conoscenza dell’aspetto sociale ed istituzionale del paese in cui si vive.

Ben diversa rimane l’attività di chi deve predisporsi per una amministrazione in termini di conoscenza e quindi anche di esperienza per la soluzione di un processo costruttivo e di un buon funzionamento: Chi amministra deve avere un ruolo determinato e diretto verso la conoscenza scientifica di ciò che si deve con efficienza realizzare.
Ecco, perciò, la determinazione dei due ruoli che differentemente potremmo definire “induttivi” e  “deduttivi”. Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse che dovrebbero raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe funzionale.
La speranza che in un politico possano coesistere ambedue le qualità appare molto difficile e, qualora potesse esservi, lascerebbe molti spazi aperti verso naturali compromessi: Generalmente chi ha una mentalità creativa non è portato ad accostarsi a chi si impegna mentalmente in direzione di una scienza e viceversa.


L’odierno sistema vede comunque il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli come se appartenessero ad un’unica carriera. Questo sistema ha fatto sì che oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.
Le vecchie ideologie hanno forse contrastato e rallentato la marcia di innovazione dei grandi contenitori di consensi, ma oggi sembra che nessuno, abbia aperto la strada alle nuove idee per una vera politica di attualità.
Una problematica che non può più essere posta sotto forma di una ideologica battaglia, poiché non si tratta solo di determinare una maggioranza, ma di lavorare insieme per diminuire quel macroscopico divario tra cultura e non cultura, tra grandi ricchezze e spaventose povertà, tra conoscenza ed ignoranza, tra sicurezza ed insicurezza e soprattutto tra il nord ed il sud del nostro Paese.
La parola chiave, quindi, sembrerebbe essere “funzionalità”, come sinonimo di efficienza ed innovazione, ma intesa anche come teoria secondo la quale, nelle varie culture, la funzione dei singoli elementi culturali, ha un’importanza predominante sulla evoluzione stessa.
Uno studio organizzativo che dovrebbe basarsi su un principio di specializzazione e di suddivisione del lavoro.
vincenzo Cacopardo

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