La tempesta è in agguato (e chissà se il buon Grillo lo ha notato…)
Per il momento, la tempesta finanziaria
sull’Italia non è arrivata. O meglio, sono arrivati i suoi prodromi, sotto
forma di un limitato rialzo dello spread e di un attacco al ribasso sulla
borsa, particolarmente ai titoli bancari.
I quali,
per via della massa di titoli pubblici in carico alle banche, sono quelli più
vulnerabili all’eventuale aumento dei tassi e alla conseguente caduta del
prezzo di mercato dei titoli di stato. Il crollo delle banche in atto sul
mercato azionario indica chiaramente che ci si aspetta il peggio sul fronte dei
tassi.
Ma, per il momento, il rialzo dello
spread a circa 340 è molto contenuto rispetto ai livelli oltre i 500 punti
delle fasi più acute della crisi. Si sente ripetere che questo è dovuto allo
“scudo protettivo” innalzato da Draghi l’agosto scorso. Si sente dire che “gli
investitori” (leggi speculatori) non ardiscono sfidare la potenza di fuoco
della Bce. Che vuol dire? Che se loro vendessero allo scoperto, sperando di
ricomprare a basso prezzo, e la
Bce comprasse quanto vendono, il prezzo non
scenderebbe e ci rimetterebbero un sacco di soldi. Per questo, si dice, lo
spread non sale.
Si dimentica che la
Bce non sta comprando titoli italiani. Che
il programma Omt lanciato da Draghi è rimasto finora del tutto virtuale. Si
dimentica soprattutto che quel programma prevede, per accedere al soccorso Bce,
l’impegno ad accettare un pacchetto di politiche restrittive di impianto
neoliberista, che non sarebbe altro che la prosecuzione rincarata della famosa
“agenda Monti”.
Senza quell’impegno, allo stato attuale
delle cose, non può scattare nessun intervento Bce. Lo scudo protettivo non
c’è. O meglio ci potrà essere soltanto se ci sarà un governo disposto a fare
quello che avrebbe fatto Mario Monti, o forse peggio.
Chi dice (anche questo si sente
ripetere a tutto spiano) che i mercati sono solo un termometro della febbre
delle economie, dice un’enorme fesseria. Il termometro è uno strumento passivo,
che misura la febbre senza alcuna capacità d’influenzarla. Il mercati sono un
apparato attivo, capacissimo di causare la febbre, soprattutto attraverso la
speculazione al ribasso.
E dice una fesseria chi sostiene che i
mercati non sono manovrati da nessuno. Tutti sanno che ci sono un ristretto
numero di operatori di grandissime dimensioni che hanno tutti i mezzi,
finanziari e mediatici, per scatenare le ondate di speculazione, nell’una o
nell’altra direzione. Questi potentati non hanno solo obiettivi finanziari,
hanno obiettivi politici.
E questi potentati, per il momento,
stanno a guardare. Un po’ come la mafia in Sicilia, non stanno votando. E’
evidente che sono in attesa di vedere se si arriva ad una soluzione in linea
con le politiche neoliberiste.
Se questo non succedesse, hanno tutti i
mezzi per imporre quelle politiche attaccando i nostri titoli di stato,
causando un rialzo vertiginoso dello spread e costringendo chiunque sia al
governo a richiedere l’accesso all’Omt.
Questa è la tempesta che ancora non è
arrivata. Questa è la tempesta in agguato. Chissà se il buon Grillo l’ha
capito: chi potrebbe rimetterci le penne è proprio lui.
Alberto
Cacopardo
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